Lo sconvolgente omicidio suicidio a Brescia ha portato gli inquirenti ad indagare trovando la verità sul terribile gesto dell’uomo, prima di togliersi la vita
Il vero dramma ha firmato un altro fatto di cronaca con l’omicidio suicidio di Brescia. Perché il gesto di quest’uomo?
Il ritrovamento dei due cadaveri
Due cadaveri sono stati ritrovati nella mattinata di ieri ad Azzano Mella nella Bassa Bresciata. Il primo cadavere è stato quello dell’uomo trovato impiccato in un parco da un uomo che si trovava sul posto per effettuare dei rilievi.
Poco dopo una seconda chiamata ai Carabinieri dove veniva indicata la presenza di una auto dove emergevano chiare tracce di sangue. Da questi due elementi si scopre che l’uomo – Moustafa El Chani irregolare di origini marocchine- avesse una relazione con la donna Mara Facchetti di Brandico.
Ma qual è la verità?
La verità sulla vicenda di Brescia
La coppia ha sempre avuto un rapporto molto burrascoso, come racconta nel dettaglio Il Giornale di Brescia, conosciuti alle forze dell’ordine per un consumo di cocaina. La donna era sposata e la figlia della coppia era stata affidata al padre, per poi ottenere la condivisione in fase di separazione.
Secondo la prime indagini Mara è stata uccisa a bastonate e poi lasciata nei campi, al fine che nessuno potesse trovarla. Successivamente Moustafa avrebbe cercato di impiccarsi all’albero vicino a dove ha lasciato il corpo della compagna, ma non riuscendo avrebbe cercato un posto secondario scegliendo il parco pubblico.
L’uomo, come già emerso, ha anticipato la sua volontà tramite un messaggio di Facebook inviato all’amica. Sui due cadaveri verrà svolta l’autopsia al fine di determinare eventuale uso di sostanze stupefacenti e se la donna sia morta per le bastonate oppure per il freddo.
Per la famiglia della donna non è la prima tragedia protagonista di un fatto di cronaca: Mara era la figlia di Giuseppe Facchetti ucciso nel 1993 dalla banda delle coppiette.
L’uomo era appartato con la cognata, che rimase illesa durante l’agguato.