Nessun rimborso per integratori e monitoraggio glicemico per i soggetti malati di tumore allo stomaco.
L’Emilia Romagna è l’unica regione che rimborsa integratori e monitoraggio glicemico per i pazienti affetti da tumore allo stomaco.
Situazione completamente opposta nel resto del paese, visto che – al di là di questa specifica regione italiana – non c’è rimborsabilità dei sensori per il monitoraggio della glicemia per chi è affetto da questo grave male.
In realtà, si tratta di una misura doverosa e necessaria, in quanto la glicemia deve essere sottoposta a controlli frequenti visto che è soggetta a sbalzi.
Degli scompensi che possono arrivare ad una certa portata e, quindi, essendo importanti, non possono essere trascurati, visto che possono condurre a crisi ipoglicemia anche molto grave.
Tumore allo stomaco: l’importanza degli integratori
Claudia Santangelo, presidente dell’associazione “Vivere senza stomaco si può”, afferma quanto segue:
Gli integratori rappresentano un presidio fondamentale per la nutrizione delle persone che hanno subito una gastrectomia perché in grado di consentire un equilibrato e corretto apporto di nutrienti anche in assenza totale o parziale dello stomaco.
E aggiunge: “Tuttavia vi è ancora un trattamento differenziato da Regione a Regione che di fatto discrimina i pazienti a parità di condizione.
Sul territorio nazionale, sarebbero 3.000 i pazienti che non possono fruire dei rimborsi:
“La nostra associazione lancia perciò un appello per chiedere che le differenze regionali vengano superate per garantire a tutti i malati omogeneità ed equità di accesso alle cure e soprattutto il diritto a una nutrizione controllata dopo la chirurgia”
Conclude dicendo che: “Per questo l’approvazione dell’emendamento presentato dalla senatrice Paola Boldrini costituirebbe per noi una vera rivoluzione“.
Una situazione molto delicata, tenendo in considerazione il fatto che ogni anno, In Italia, emergono oltre 14mila nuovi casi di tumore allo stomaco.
Pertanto, oltre alla prevenzione del carcinoma gastrico, bisogna anche stare più vicini ai pazienti che si sentono abbandonati dopo aver fatto il percorso di cura.