Continua il processo in merito a Giuseppe ucciso dal patrigno a Cardito, con le rivelazioni sul comportamento di Noemi che caratterizzava il suo disagio
I dettagli che emergono dal processo di Giuseppe ucciso dal patrigno a Cardito sono agghiaccianti, come il comportamento di Noemi poco prima dell’omicidio.
La violenza usata su Giuseppe e Noemi
Continua il processo per il delitto di Cardito che vede accusati la madre e il compagno, con accusa di omicidio. Nelle varie farsi del processo si sono appresi elementi che hanno lasciato senza parole, tra maltrattamenti e la testimonianza delle maestre – che avevano denunciato il tutto poco prima della tragedia.
Nella testimonianza di ieri, lo psicoterapeuta della casa famiglia che segue la piccola Noemi ha fatto emergere alcuni comportamenti della piccola prima della tragedia. Anche lei vittima di maltrattamenti e violenze da parte di Tony Badre insieme alla sorellina minore.
Nel racconto viene raccontato di come la piccola Noemi rivivesse quanto subito a casa, nei giochi con i suoi amichetti e compagni: mentre lei vestiva il ruolo di se stessa – un altro bambino era il patrigno così da rivivere tutta la violenza subita in casa.
I ricordi della bambina – come spiegato dal medico ed evidenziato da FanPage – riafforano così durante il normale gioco oppure nei racconti che fa agli adulti, ma solo se si fida di loro.
I ricordi e i giochi di ruolo
Tra i ricordi agghiaccianti della piccola anche gli utensili da cucina, come la schiumarola utilizzata come arma per essere puniti, ogni giorno. Il medico racconta anche una delle confessioni della bima ad uno degli educatori:
“mi ricordo tutte le botte che dava a giuseppe. così tante che poi sembrava morto. ma adesso non ci voglio più pensare”
Il medico spiega che Noemi sembra più adulta della sua età proprio per quanto subito e racconta anche il motivo per la quale la sorellina più piccola piange, ogni voglta che viene lavata: secondo il racconto avrebbe paura dello shampoo per il ricordo di Badre che ha cercato di affogarla.