Non solo trasporto aereo o su gomma, dobbiamo innovare anche e soprattutto il comparto marino con i porti smart. Vediamo come!
Il trasporto marittimo è sicuramente il più rilevante a livello mondiale e come abbiamo visto, il trasporto marittimo si stanno evolvendo. La nuova frontiera sono i porti smart, un nuovo concetto che richiede l’uso di sistemi d’alimentazione e automazione altamente integrati. Essi devono anche comprendere il ciclo completo d’operazioni portuali.
Ogni porto deve gestire alcuni problemi quali: la qualità dell’aria, il consumo d’energia, l’inquinamento acustico, la qualità dell’acqua e la gestione dei rifiuti terrestri e quelli depositati dalle navi di passaggio. Per questo motivo per rendere più green i porti, di deve partire dall’infrastruttura di alimentazione di porti e navi.
Il progetto di Genova
Il primo porto nazionale per bunkeraggio, e lo scopo è quello di ridurre le emissioni di anidride carbonica. Questo è comunque spinto dal piano regolatore di Genova e dal progetto Gainn. Si tratta di una serie d’iniziative green che sono in atto dal 2015. Si è partiti con il fornire adeguati impianti di bunkeraggio, nuovi modi sostenibili per i rifornimenti di navi e mezzi portuali terrestri. Non si pensa ad utilizzare solo il Gnl, stanno studiando dei metodi di propulsione elettrica a batteria, la eolica e l’idrogeno.
La propulsione elettrica navale è già una realtà. Abbiamo il traghetto norvegese Ampere della norvegese Norled può trasportare 120 veicoli e 360 passeggeri. Il traghetto ha batterie agli ioni di litio con capacità totale di 1.000 kWh, pari a quello di 1.600 batterie standard per auto. Se il trasporto elettrico prendesse piede le emissioni si potrebbero ridurre del 95% ed i costi vengono abbattuti dell’80%.
Il porto d’Oslo
Il porto d’Oslo punta a diventare il primo porto a zero emissioni dove
“è in pieno svolgimento la transizione ecologica e abbiamo iniziato a introdurre soluzioni più verdi”
Attualmente i mezzi terrestri per trasportare merci e passeggeri sono già elettrici. Inoltre le navi ancorate, potranno ricevere energia dalla banchina, grazie alla tecnologia del shore-to-ship power (S2sp), genera il 50% di anidride carbonica in meno.