L’inchiesta per la morte di Luca Sacchi sta facendo emergere molti retroscena, uno di questi riguarda l’app di messaggistica Signal usata con Anastasiya
In aula il 4 dicembre sarebbe emerso un particolare nuovo che andrebbe ad aggiungersi ad altri misteri sulla morte del giovane Luca Sacchi. Sotto accusa l’app di messaggistica istantanea Signal usata per comunicare con Anastasiya. Cosa è emerso di allarmante
L’app Signal cos’è e come funziona
Durante una delle ultime udienze tenutasi il 4 novembre sarebbe emerso un particolare che ha sollevato dubbi e polemiche sull’uso di un’app di messaggistica.
I due ragazzi, Luca ed Anastasiya, usavano infatti per comunicare tra loro Signal l’app cifrata per messaggi e telefonate.
Sotto accusa è finita dunque tale app che pur meno diffusa di Whatsapp, Telegram e Snapchat, parrebbe avere già una nomina di app perfetta per nascondere contenuti da non voler divulgare.
Infatti Signal è stata resa celebre, come riporta agi.it, grazie alla “pubblicità” fatta da parte di Edward Snowden hacker famoso per aver svelato il piano di controllo della privacy da parte del governo degli Stati Uniti.
La polemica sollevata verte allora sul fatto che se si utilizza un app che cripta i messaggi significa che si ha qualcosa da nascondere.
La procedura di criptaggio end-to-end non è però utilizzata solo da Signal, ma è la stessa che usano Whatsapp e Telegram e permette che il messaggio sia reso illeggibile da altri dispositivi che non siano il ricevente del messaggio.
L’app Signal permette però un controllo maggiore permettendo una doppia verifica per assicurare che il procedimento di codifica vada a buon fine.
La domanda dunque è : dove arriva la privacy e dove è necessario, come nel caso delle indagini per l’omicidio di Luca Sacchi, la violazione di tale privacy da parte delle autorità per scoprire la verità su un reato così grave?
In alcuni paesi come Egitto, Oman e Qatar è stato bloccato il download dell’app, chissà se le polemiche in Italia si faranno più accese.
A che punto sono le indagini per la morte di Luca Sacchi
Nell’inchiesta sulla morte di Luca Sacchi, il giovane ucciso a Roma il 23 ottobre scorso la svolta è arrivata alcuni giorni fa con il coinvolgimento della fidanzata Anastasiya Klemnyck che era con lui quella sera e che ha sempre raccontato di essere estranea ai fatti.
La ragazza che sostiene la versione della rapina finita male è stata infatti indagata con l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio.
Con lei in manette sono finiti altri tre giovani: Giovanni Princi, Del Grosso e Pirino.
Secondo la ricostruzione Anastasiya fidanzata di Luca da 5 anni avrebbe avuto in progetto l’acquisto di droga insieme a Princi da Del Grosso, Pirino ed un altro complice.