Riflettori accesi sull’omicidio Scieri e su come siano andate veramente quel giorno. La Procura militare ha ricostruito l’avvenimento arrivando ad una sequenza delle azioni
L’omicidio Scieri è un fatto di cronaca che possiede domande senza risposta e ora la Procura militare traccia gli step di quanto accaduto durante quelle misteriose ore.
La morte del paracadutista
Emanuele era il paracadusta della folgore morto a soli 26 anni nella carserma di Pisa. ll ragazzo siciliano si trovava in quella struttura da soli tre giorni e il suo corpo è stato rinvenuto sotto un tavolino, proprio dove venivano messi ad asciugare i paracadute ai piedi della torre.
Ma il suo corpo era lì già da tre giorni e solo il 13 agosto 1999 lo trovarono per caso. Le autorità militari siglarono questo caso come incidente con l’ombra del nonnismo.
Nel 2017 è stata aperta una inchiesta al fine di far emergere la verità sui fatti e su quello che fosse accaduto all’interno, per il povero ragazzo appena arrivato e ancora spaesato. La Commissione stessa ha poi rivelato di come tra le mura di questa caserma avvenissero dei fatti
“gravi di violenza non riconducibili a semplice goliardia”
Il caso viene riaperto nel 2018 dalla Magistratura, con tre ex commilitoni che vengono indagati per omicidio, in aggiunta all’ex comandante della Caserma Enrico Celentano indagato per falsa informazione al pm e favoreggiamento.
La ricostruzione della Procura
Il ragazzo, secondo la Procura Militare di Roma sarebbe morto per una punizione, adottata dopo che gli era stato vietato di parlare al cellulare. Il ragazzo era stato visto compiere il gesto vietato così da punirlo: come evidenzia la giustizia militare sono state:
“violenze a inferiore mediante omicidio in concorso”