La strage di Rigopiano non è un caso chiuso, ora con una nuova inchiesta per i depistaggi da chiarire su quel terribile giorno
I familiari delle vittime della strage di Rigopiano non si arrendono e dopo l’archiviazione vogliono la verità sui depistaggi.
Depistaggi e nuova inchiesta
La notizia di una nuova inchiesta su dei depistaggi, arriva a seguito della denuncia dell’ex capo della Squadra Mobile: gli indagati sono tre vertici che fanno parte dei carabinieri forestali.
Romolo Reboa – legale delle famiglie delle vittime – ha evidenziato (come riporta anche FanPage):
“i miei assistiti non possono che esprimere soddisfazione per l’apertura della nuova inchiesta sui fatti di rigopiano”
Evidenziando che la parte più grave sarebbe la mancanza di atti interni di indagine da parte della Protezione Civile, Regione Abruzzo, Provincia di Pescara e Ministero dell’Interno.
Si punta quindi la luce sui depistaggi che
“dimostrano l’esistenza di un muro di omertà che coinvolge la Pubblica amministrazione, la quale avrebbe il dovere di dimostrare alle vittime che lo vuole rimuovere”
In merito all’inchiesta l’avvocato sottolinea che in merito il connubio delle indagini difensive e giornalismo di inchiesta porta al fatto che non ci siano stati solo depistaggi ma una
“pianificazione cui hanno partecipato funzionari di vertice”
Sempre l’avvocato, in merito a Gianluca Tanda – fratello di una delle vittime – ha proceduto con una denuncia di querela dove si chiede di accertare la posizione di alcune persone. Queste ulteriori persone sarebbero in aggiunta ai tre Carabinieri sotto indagine.
Ora i familiari attendono di conoscere i vari sviluppi di questa annosa vicenda, sperando di poter mettere il punto e avere tutte le risposte sulla tragedia.