Il caso di Marco Vannini sembra non avere risposte e nuovi dettagli emergono con due ore di buio che destano sospetti
Il caso del povero Marco Vannini è ancora coperto da tantissimi misteri ma spunta un buco di due ore, con le telefonate di Ciontoli che potrebbero dare delle risposte.
Le intercettazioni della famiglia Ciontoli
Negli ultimi mesi sono emerse le tante intercettazioni della famiglia Ciontoli, di telefonate che sono avvenute dopo l’omicidio e nei giorni successivi. Queste hanno evidenziato un quadro preciso della situazione con una madre che cercava aiuto dalle banche e una Martina che sospettava di essere “ascoltata” e quindi in grado di omettere determinate risposte.
Come racconta anche il Messaggero, ci sarebbe un buco di due ore che porta l’attenzione degli inquirenti – e non solo – dove le telefonate di Ciontoli non sono state intercettate e riportate.
Il buco di due ore dopo lo sparo
Questo è l’ennesimo giallo che copre questo caso così complicato e anche terribile considerando la dinamica della morte di questo giovane ragazzo.
Sempre secondo il quotidiano, i documenti che trattano dei tabulati telefonici e delle intercettazioni che sono state disposte a seguito del decesso di Marco – da parte del Pm Alessandra D’Amore – emerge che Antonio Ciontoli sia stato intercettato per la prima volta il 18 maggio alle ore 22.29.
Due ore dopo i suoi familiari, di Viola e dei genitori della vittima. Il colloquio telefonico intercettato tra i primi è tra Antonio e un suo collega:
“gigi è stato in contatto con giuseppe”
Una frase che per gli investigatori potrebbe essere in codice e dare una risposta all’uomo attualmente in carcere per omicidio.
Ma le chiamate effettuate e non annotate sarebbero alcune, fatte a colleghi e allo Stato Maggiore dell’Esercito. Ora la domanda nasce spontanea, volendo sapere il contenuto di questa conversazione e capire perché il gestore telefonico abbia gestito le sue chiamate come “ultime”: errore tecnico?
I genitori della vittima sbottano contro questa ennesima scoperta:
“è un contorno torbido, l’ennesima vergogna di queste indagini”