Commissariamento della Banca di Bari: Bankitalia è sotto accusa ma si difende con un dossier.
In merito alla Banca di Bari, i tecnici di Palazzo Koch sono sotto pressione da parte dei politici per via della scarsa vigilanza.
Banca di Bari: si riaccendono le polemiche sulle mancate ispezioni di Bankitalia.
Bankitalia è accusata di non aver vigilato abbastanza sulla Banca di Bari. Bankitalia, infatti, non avrebbe lasciato intendere la gravità della situazione dell’istituto di credito. Soltanto oggi, dopo tre giorni dalla notizia di commissariamento, Bankitalia ha reso noto un dossier in cui sono messi in chiaro i diversi passaggi che hanno portato alla decisione sul popolare di Bari.
Le ispezioni hanno portato ad una valutazione parzialmente sfavorevole ai provvedimenti presi. Un esito che trapelò già nel 2010 in cui si evincevano delle carenze organizzative. Sono del 2011-2012, invece, le richieste di un rafforzamento dei presidi sui rischi di liquidità e compliance. Mentre nel 2013 vennero registrati alcuni progressi con il permanere di alcuni punti di debolezza. Fu allora che vennero adottati i primi provvedimenti restrittivi. Nel 2014 venne acquisita la Banca Tercas. Questo acquisto viene considerato negativamente da molti. Ma nel dossier, come si evince da TgCom24 il fine era quello di rassicurare i risparmiatori e rilanciare l’istituto di credito abbruzzese. Guardando lontano: creare una dorsale adriatica. Un intervento contestato nel 2015 per poi essere annullato nel 2019.
Il destino della Banca di Bari è segnato dalla riforma delle popolari
Sono state le riforme relative alle banche popolari a mettere ulteriormente in difficoltà la banca di Bari. Per questo, l’assemblea dei soci ha deliberato la riduzione del valore delle azioni da 9,53 a 7,5 euro il valore delle azioni con non pochi malcontenti. Risalgono al 2018 i primi progetti di trasformazione ed aggregazione della popolare di bari con altre minori ma nel 2017 venne chiesto di cambiare i vertici. Nel 2019 la Banca d’Italia ha evidenziato uno stallo gestionale a causa dei conflitti tra presidente ed amministratore delegato. A giugno di quest’anno risalgono numerosi incontri con la vigilanza.
Da dicembre in poi, nel dossier si legge:
“I risultati, ufficializzati a dicembre, evidenziano l’incapacità della nuova governance di adottare con sufficiente celerità ed efficacia le misure correttive necessarie per superare la stasi operativa – racconta la Banca d’Italia – e riequilibrare la situazione reddituale e patrimoniale della Bpb. Emergono inoltre gravi perdite patrimoniali che portano i requisiti prudenziali di Vigilanza al di sotto dei limiti regolamentari”.