Dopo cinque mesi è stato annullato il sequestro amministrativo della Sea Watch 3, che ora può tornare in mare a salvare i migranti
La Sea Watch 3 è stata ferma per cinque mesi e ora è stato disposto il dissequestro al fine che possa nuovamente navigare.
Il dissequestro della Ong
Impossibile non ricordare la vicenda del 1° luglio, quando il capitano Carola Rackete decide di forzare il blocco del Governo ed entrare ugualmente al Porto di Lampedusa – speronando la motovedetta della Guardia di Finanza.
A bordo della Ong dei migranti che erano stati salvati dal Mediterraneo e che ha portato alla nascita di un caso politico e mediatico di grande importanza. Da quel momento la nave Ong è stata sequestrata a rimasta bloccata al porto di Licata per cinque mesi sino ad oggi.
Il provvedimento è arrivato nelle scorse ore, come da Tweet della stessa Ong, che evidenzia lo sblocco e la possibilità di ritornare in mare per continuare i suoi salvataggi.
Gli obiettivi futuri della Ong
L’equipaggio della Ong ha esultato con un Tweet che ha lasciato poco all’immaginazione, con chiaro riferimento al Decreto Sicurezza Bis e alla norma voluta da Matteo Salvini nelle vesti di Ministro degli Interni.
Gli obiettivi futuri sono i medesimi di sempre e la nave è pronta a riprendere il proprio posto tra le acque del mediterraneo per salvare i migranti bisognosi, per poi trasferirli nei centri di accoglienza europei.
Il fermo amministrativo non era ancora stato sbloccato vista la gravità della situazione con
“ripetute violazioni del divieto di ingresso in acque territoriali”
🔴🔴 Abbiamo vinto il ricorso al Tribunale Civile di Palermo: la #SeaWatch 3 è libera!
Dopo oltre 5 mesi di blocco nel porto di Licata, ci prepariamo a tornare in mare.
La giustizia trionfa sul (ex-) Decreto Sicurezza bis. pic.twitter.com/qaw7pMUYbH
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) December 19, 2019