Respinta l’istanza per i domiciliari a Giovanni Brusca, l’ex mafioso in carcere con condanna a 30 anni di reclusione
Giovanni Brusca, ex mafioso in carcere, si è visto negare gli arresti domiciliari: ecco le motivazioni da parte dei giudici.
Negati i domiciliari all’ex mafioso
La Cassazione ha negato i domiciliari all’ex mafioso e le motivazioni che sono emerse hanno evidenziato che sarà necessario
“compiere un ravvedimento e pentimento civile”
Nonostante sia diventato un collaboratore di giustizia. L’ex mafioso è in carcere per scontare una pena pari a 30 anni con termine nel 2022 per la strage di Capaci in aggiunta di altri crimini di stampo mafioso.
L’ex mafioso ha usufruito di 80 permessi premio e Dna insieme alla Dda si sono espressi positivamente in merito ai domiciliari riconscendo – come evindenzia anche il TgCom24 – un percorso di revisione critica.
L’istanza però viene respinta giustificando la decisione con il fatto che non abbia
“ancora percorso davvero il cammino dell’ammenda nei confronti delle vittime, del riscatto morale nel riguardo dei familiari”
Nessun pentimento nei confronti delle vittime
La Cassazione concorda sul fatto che da parte dell’ex mafioso non ci sia stato, per ora, un percorso che lo abbia portato verso il pentimento nei confronti delle vittime e dei familiari per quanto fatto in questi anni:
“lo sforzo di brusca nel manifestare il suo pentimento civile e il suo intento di riconciliazione nei confronti delle famiglie devono essere verificati”
Questo nel corso del tempo, al fine che si vada a considerare in un prossimo futuro la possibilità di cambiare la decisione.