I 4 fondatori delle Sardine spiegano quale sarà la destinazione del loro gruppo e perché non saranno mai un partito politico
Il movimento delle Sardine, dalle manifestazioni in piazza al “maremoto” scatenato dai fondatori.
Le Sardine non diventeranno un partito
Le Sardine non saranno mai un partito politico. A dirlo, in una lunga lettere al quotidiano La Repubblica, i 4 fondatori del Movimento delle Sardine: Andrea Garreffa, Giulia Trappoloni, Roberto Morotti e Mattia Santori.
I quattro ragazzi raccontano della nascita di un movimento che non cerca collocazione nello scenario politico, ma dà voce agli italiani che sono rimasti a guardare per troppo tempo. Le intenzioni dei giovani fondatori non sono quelle di fondare un partito politico, ma piuttosto di favorire la nascita di un fenomeno culturale e sociale che contrasti il populismo dilagante.
“L’Italia è nel mezzo di una rivolta popolare pacifica. La forma stessa di un partito sarebbe un oltraggio a ciò che è stato e che potrebbe essere”.
Il maremoto
I giovani fondatori del gruppo ricordano la giornata del 14 novembre a Bologna, che è stato un po’ l’inizio di ogni cosa. Una giornata che loro stessi definiscono un vero e proprio maremoto, nella cui portata non avevano mai davvero sperato.
Nessuno si sente portatore di un’assoluta verità e solo il dialogo e l’ascolto consentono di ritrovarsi negli obiettivi comuni, soprattutto quello di scendere di nuovo nelle piazze e nelle strade.
Ogni incontro, racconta Mattia Santori, è stato diverso dall’altro. Persone di età e provenienza politica diverse si sono fidate e si sono ritrovate in quegli appuntamenti nati su internet e diventati reali.
Una strada ancora tutta da percorrere, quella che i 4 ragazzi, immaginano di avere davanti a sé, ma un percorso che si realizzerà soprattutto grazie all’incontro e al dialogo.
“L’unica certezza che abbiamo è che siamo rimasti sdraiati per troppo tempo ed ora abbiamo bisogno di nuotare”