Il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, incontra i “facilitatori” per cercare di salvare un partito ed una leadership sempre più vacillanti
Luigi Di Maio convoca i facilitatori: altri senatori pronti ad abbandonare il Movimento.
La convocazione dei facilitatori
Luigi Di Maio convoca i facilitatori, il nuovo organismo che dovrebbe fiancheggiare la sua leadership con un team di persone che diventino un elemento stimolante rispetto al resto dei pentastellati.
Il Movimento 5 Stelle sembra dare nuovi segni di cedimento, rischiando di perdere altri componenti.
Come riporta Il Corriere, oggi è previsto l’incontro con i facilitatori che dovranno pianificare il programma sul fronte dei gruppi parlamentari e del territorio.
Per il prossimo mese è prevista invece la votazione per i nuovi facilitatori.
Regole non ancora definite per le loro elezioni: unica certezza è quella dell’obbligo di essere in regola con i rimborsi spese.
Condizione questa che escluderebbe non pochi pentastellati, visto che molti di loro non hanno versato la quota per la piattaforma Rousseau.
Nuovi abbandoni all’orizzonte
Intanto, come già anticipato, il Movimento mostra nuove falle. Dopo la migrazione alla Lega di Stefano Lucidi, Ugo Grassi e Francesco Urraro, altri 3 sono nell’occhio del ciclone per aver sottoscritto il referendum per il taglio dei parlamentari: Luigi Di Marzio, Mario Giarrusso e Gianni Marilotti.
Altri due deputati, invece, si dicono poco convinti sia di votare la Manovra di Governo sia di restare tra le fila del Movimento. Tra loro, Giorgio Trizzino, che però smentisce categoricamente ogni intenzione di lasciare i pentastellati.
Un addio che, però, sembra soltanto rinviato al nuovo anno quando si proverà a capire se ci siano o meno le condizioni per proseguire con il gruppo.
Sotto la lente anche un altro gruppo di parlamentari, che starebbero stilando un documento per ottenere la possibiltà di dettare la linea politica, anche in contrasto con le direttive di Luigi Di Maio.
Un’ultima questione è quella di Gianluigi Paragone, per il quale si è avviato un provvedimento ufficiale dei probiviri. Su di lui una spada di Damocle che potrebbe restare sospesa per mesi, come nel caso di Giulia Sarti e che Villarosa si augura di far cadere con le dimissioni di paragone.