Altri 80 casi scoperti di persone che percepivano il reddito di cittadinanza mentre lavoravano in nero. Controlli a tappeto per il 2020
Reddito di cittadinanza e lavoro in nero? Altri 80 casi scoperti nelle ultime ore e ora scattano i controlli a tappeto per il 2020.
80 casi di lavoro in nero e reddito di cittadinanza
Nuovi casi di furbetti che nonostante il sussidio mensile hanno continuato a svolgere alcune attività professionali “in nero”. I militari della Guardia di Finanza di Caserta hanno fatto scattare la denuncia per 80 persone impiegate nella vendita di souvenir, contrabbando e altre attività delle più disparate.
Per 64 persone è scattata la denuncia – come si evince anche da Il Mattino – mentre per gli altri 16 è stata fatta segnalazione all’Inps al fine che l’erogazione del sussidio venisse interrotto.
Sono duecetomila euro i soldi percepiti ai danni delle casse dello Stato con controlli a tappeto su 255 persone, che fanno parte di alcuni nuclei familiari che sono sotto la lente di ingrandimento dei militari.
Chi sono i lavoratori in nero con sussidio?
Sono stati svolti numerosi controlli incrociati che hanno portato alla scoperta di numerose persone che hanno percepito il sussidio nonostante un lavoro vero e proprio.
Tra loro pizzaioli, cassieri, magazzinieri, operai, baristi e ogni tipologia di mestiere: anche una coppia sposata che vendeva capi al dettaglio con partita Iva chiusa e senza la dichiarazione di un reddito. Un bel gruzzoletto messo via dal mestiere non dichiarato e il sussidio che arrivava puntuale ogni mese.
Per altri 25 la scoperta è stata di una attività parallela di vendita di sigarette di contrabbando oppure dvd/cd falsi fino all’affito di case di proprietà. Per un imprenditore invece il passo falso è stato aver dimenticato la moglie all’interno del nucleo familiare (lei deteneva le quote del caseificio).
Insomma, tantissime persone pinzate dai militari che ora non riceveranno più alcun sussidio. E per il 2020 come andranno le cose?