La stalker dell’acido resta in cella. La donna ha provato a difendersi, accusando il 28enne aggredito di averla usata
Emergono nuovi dettagli sull’aggressione con l’acido avvenuta a Milano. Intanto, la donna resta in carcere.
L’aggressione a Milano
Aveva conosciuto Daniele Polacci su un sito di incontri, così i due si erano visti un paio di volte. Lui, barista 28enne, lei 43enne, di origini vercellesi, ma senza fissa dimora.
Dopo pochi incontri, il ragazzo, come evidenzia anche Libero, ha notato un atteggiamento ossessivo della donna, così ha deciso di chiudere la relazione. La 43enne, però, non si è affatto rassegnata ed ha iniziato a tempestarlo di messaggi e telefonate.
Qualche sera prima dell’aggressione era stata notata davanti all’appartamento di Polacci, tanto che i vicini avevano allertato i Carabinieri. Un paio di volte si era anche presentata nel bar dove lavorava Daniele.
Così, sabato 4 gennaio, ha messo in atto il suo piano: occhiali da sole e cappuccio, ha atteso il 28enne sulle scale mobili di piazza Gae Aulenti a Milano.
Lo ha chiamato e gli ha spruzzato uno spray al peperoncino, poi gli ha gettato l’acido sul viso.
Quattro condanne per stalking
La mattina seguente all’aggressione, Tamara Masia è stata rintracciata nel capoluogo ligure e arrestata.
Dalle indagini è emerso che la 43enne avesse già subito 4 denunce per stalking. La Masia agiva sempre seguendo lo stesso rituale.
Conosceva un ragazzo su un sito d’incontri, i due si frequentavano, giusto il tempo di qualche incontro, poi lei iniziava a tempestarlo di messaggi e chiamate, fino a rendere impossibile continuare la relazione.
Pare che dal carcere, la donna abbia chiesto di Daniele e delle sue condizioni.
“Non volevo, mi ha usata”
si sarebbe difesa la 43enne, che è stata condannata per lesioni aggravate, stalking e sfregio, il nuovo reato introdotto dal recente Codice Rosso.