Novità in arrivo per i beneficiari del RdC che saranno tenuti a svolgere lavori di pubblica utilità
Progetti utili alla collettività (PUC): i beneficiari del reddito di cittadinanza saranno tenuti a svolgere lavori di pubblica utilità presso i comuni di residenza.
Si tratta di una novità siglata lo scorso 22 ottobre 2019 dalla Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo e, ora, prevista dal Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 gennaio 2020.
La fase 2 del Reddito di Cittadinanza prevede la convocazione dei beneficiari della misura economica da parte dei centri per l’impiego.
Reddito di cittadinanza e lavori socialmente utili: cosa prevede il decreto 4/2019?
I beneficiari del reddito di cittadinanza devono svolgere lavori di pubblica utilità all’interno dei progetti utili alla collettività (PUC) sulla base di quanto stabilito non solo dal decreto 4/2019, ma anche dal decreto attuativo che è stato pubblicato l’8 gennaio 2020 all’interno della Gazzetta Ufficiale dopo l’accordo tra ministero del Lavoro e Comuni.
I lavori di pubblica utilità sono prestazioni non retribuite: la sottoscrizione del Patto per il lavoro e per l’Inclusione sociale comporta la necessità da parte del beneficiario di partecipare ai PUC nel proprio comune di residenza.
I progetti socialmente utili vengono svolti in ambito culturale, ambientale, formativo, sociale, artistico e di tutela dei beni comuni.
Nel caso in cui vi sia la mancata accettazione della condizione stabilita dal decreto, ne consegue la decadenza del sussidio e la perdita del sussidio.
Quando è possibile partecipare ai PUC?
La partecipazione ai PUC da parte dei beneficiari deve essere compatibile con altri impegni:
- il beneficiario ha l’obbligo di completare le ore previste nell’arco temporale di un mese,
- le attività di pubblica utilità non devono eccedere le 8 ore settimanali, che possono essere svolte in un solo giorno o in più giorni della settimana o anche in un solo periodo del mese.