Per la medicina tradizionale cinese questa radice è un rimedio miracoloso e la Cina ne importa enormi quantità, col rischio che si estingua
La Cina si affida ancora moltissimo alla medicina tradizionale che vede nel ginseng selvatico americano un rimedio quasi miracoloso, in grado di curare moltissime patologie come depressione, stanchezza, impotenza e decine d’altre. Coloro che si occupano della gestione di flora e fauna selvatica negli Stati Uniti lancia l’allarme, avvisando che questa grande richiesta, potrebbe portare all’estinzione di questa preziosa radice.
Il ginseng americano
Il ginseng americano selvaggio cresce spontaneo sulla catena montuosa degli Appalachi e nelle zone limitrofe. Vengono anche coltivate simulando la condizione selvaggia, piantandola nel bosco e solo i veri intenditori sono in grado di percepire la differenza di sapore tra le due varietà. I primi nella zona ad utilizzarla furono i nativi americani appartenenti ai Cherokee, che usavano la radice come tonico per coliche, raffreddori e altri disturbi.
Ora la fama è cresciuta grandemente, spingendo le coltivazioni quasi al collasso e tanta è la richiesta, che si arriva al furto. I coltivatori per proteggersi si stanno armando, perché arresti e multe non sono un valido deterrente e c’è chi parla già di guerra. Il ginseng selvaggio diventa sempre più raro, anche a causa di siccità e l’intervento degli animali selvatici. La radice cresce strettamente radicata sui pendii ripidi e rocciosi, in montagna dove sono presenti animali pericolosi come orsi neri e serpenti. Come se non bastasse, le radici trovano confortevole nei cespugli di rovi e ortiche. Il prezzo è salito talmente tanto, che alcuni le collezionano, senza usarle semplicemente mettendole in mostra come un trofeo.
Un effetto collaterale di questa ricerca spasmodica è il pericolo estinzione. A dichiararlo è Eric Burkhart, botanico della Pennsylvania State University, noto esperto di ginseng.
“Questa è una specie protetta a livello internazionale” ha proseguito dicendo che ”molte delle persone che ho incontrato non hanno idea dei problemi di conservazione. È come il selvaggio West”
Si dovrebbe quindi spingere su una maggior tutela di questa specie che è inserita nelle specie CITES dal 1975 e si rimane in attesa che il governo federale finalmente la dichiari specie in via d’estinzione.