Nuovi dettagli sulla scomparsa Samira e sui altri molto sospetti sul passato di Mohamed. Che cosa è stato scoperto?
Tutto tace sulla scomparsa di Samira e sulla fuga di Mohamed, ma ora emergono dei strani dettagli in merito al suo passato.
I tabulati telefonici di Samira
La donna manca da Stanghella dal 21 ottobre 2019 ed è quasi certo per gli inquirenti che il suo epilogo sia stato tragico. Ma fino a quando non ci saranno prove certe le indagini continuano.
La Voce di Rovigo ha evidenziato che gli inquirenti in questi giorni hanno esaminato i tabulati telefonici del cellulare della donna, scomparso insieme a lei e mai ritrovato. Sembra infatti che ci siano una serie di telefonate ricevute dall’estero, o meglio da numeri esteri.
Il dubbio degli inquirenti si pone su due strade differenti: la donna ha ricevuto veramente queste chiamate dall’estero da Sim prepagate oppure erano chiamate dall’Italia da numeri che si appoggiano su server estero?
Gli inquirenti scavano anche verso questa direzione, per escludere al 100% che la donna non sia scappata e allontanata da casa di sua spontanea volontà, anche se rimane una delle piste più improbabili.
I dettagli oscusi sul passato di Mohamed
Mohamed intanto è a Barcellona, secondo le ultime rivelazioni. L’uomo avrebbe infatti preso un pullman che lo ha portato sino in Spagna con l’obiettivo presunto di raggiungere il Marocco – qui le sue ultime parole prima di partire.
Proprio lì, come aveva raccontato il cugino, l’uomo avrebbe una seconda famiglia e un figlio di 17 anni che però non porterebbe il suo cognome.
Quarto Grado e Storie Italiane si sono occupate di questo particolare caso, e proprio la trasmissione di Rai Uno ha evidenziato alcuni dettagli fino ad oggi non emersi.
Non ci sarebbero documenti ufficiali che possano attestare l’esistenza di una seconda famiglia e la stessa Malika – madre di Samira – sembra non sapere nulla, anche se ha confermato:
“mohamed è un bugiardo che ha sempre mentito. quando è nata la figlia quasi non voleva darle il suo cognome, non voleva riconoscerla: abbiamo dovuto insistere per fare i documenti”