Sono scattate le manette per alcuni dei responsabili dell’aereo abbattuto in Iran, abbattuto per errore.
Intanto, Rohani chiede che venga istituito un tribunale speciale per punire i responsabili dell’aereo caduto in Iran.
Aereo abbattuto in Iran: i primi arrestati
L’aereo è stato abbattuto in Iran a causa di un errore umano. Le scatole nere del velivolo sono state consegnate alla Francia mentre in Iran sono scattati i primi arresti. Un missile avrebbe colpito l’aereo per errore. Gholamhossein Esmaili, portavoce della magistratura, come si legge su Il Messaggero, ha affermato:
“L’Iran ha avviato un’indagine a tutto campo sull’aereo ucraino e alcune persone sono state arrestate in merito nelle ultime 72 ore”
Sono circa trenta, infatti, le persone fermate a causa delle proteste fuori controllo scoppiate in Iran nelle ultime ore ma alcune sono già state fatte uscire. Il portavoce ha detto che il paese è tollerante nei confronti delle manifestazioni legali negando che, nelle ore precedenti, alcuni militari avrebbero sparato sulla folla.
L’identità degli arrestati è stata mantenuta nascosta e non si conosce nemmeno il numero esatto. E’ stato reso noto che sono stati fatti diversi interrogatori. Nel frattempo, stanno collaborando alle indagini anche l’esercito e l’Organizzazione per l’aviazione civile nonché diverse organizzazioni che lavorano con i cyber attacchi.
Le scatole nere inviate in Francia
Le scatole nere ritrovate sul luogo del disastro e appartenenti al Boeing, sono state inviate alla Francia. Il supporto francese è stato chiesto perché i motori del velivolo sono stati costruiti proprio lì, ad opera di una compagnia di bandiera.
Nel frattempo, Hassan Rohani, presidente dell’Iran, ha richiesto che venga istituito un tribunale speciale dedicato alle indagini sull’abbattimento. Il perché di questa richiesta riguarda il fatto che sono necessari degli esperti e perché l’Iran, ormai, è sotto gli occhi del mondo intero. Nel corso di una conferenza stampa in una tv di stato, Rohani si è anche detto soddisfatto perché l’esercito ha comunicato in maniera trasparente, ammettendo le proprie colpe.