Oltre alla strage di Erba, Rosa Bazzi è diventata protagonista di un’altra storia che ha alimentato il gossip: innamorata o no dell’ergastolano morto?
Rosa Bazzi protagonista insieme al marito Olindo Romano della strage di Erba è ora al centro di un gossi: ma la sua verità viene fuori dalle sbarre del carcere.
Chi era Marco Alberti?
Ci sono stati tantissimi capitoli aperti sulla strage di Erba, con questo delitto che ancora oggi presenta molteplici lati oscuri. Si è parlato di una richiesta di riapertura delle indagini, della convinzione di Azouz (marito e padre di due delle vittime) che questi due coniugi non fossero colpevoli e delle varie testimonianze inedite degli stessi a Le Iene.
Eppure in tutto questo si è aperto un capitolo differente, legato alla vita privata della donna e di un ergastolano: Marco Alberti.
Secondo i vari rumors dei mesi precedenti sembrava che la donna e Alberti si fossero conosciuti e piaciuti durante il lavoro interno svolto in carcere a Bollate. Alberti aveva addirittura rifiutato alla sua semi libertà e ad un lavoro esterno, pur di star vicino alla donna.
Come sappiamo, Marco Alberti è morto dopo essere stato investito da un’auto mentre attraversava la strada in uno di quei giorni di semi libertà concessa.
Secondo vari media la donna in carcere avrebbe appreso la notizia con disperazione, per aver perso l’uomo di cui era innamorata. Ma qual è la verità?
La verità sulla relazione in carcere di Rosa Bazzi
Il settimanale Oggi rivela in esclusiva la verità sulla vicenda che ha fatto scalpore, concentrandosi sul nuovo amore della donna e la disperazione di Olindo per aver “perso la moglie”.
La condannata all’ergastolo per la strage di Erba ha riferito tutto a uno dei suoi legali Diego Soddu, che a sua volta ha rilasciato una dichiarazione in esclusiva per Oggi:
“È una stupidata. io vorrei sapere chi mette in giro queste bugie che servono solo a far male alle persone”
Questo lo sfogo di Rosa Bazzi direttamente al suo avvocato, dopo aver appreso delle varie notizie sul suo conto:
“il lavoro che facevo l’ho scelto perché me lo ha proposto il carcere, non certo per amore”
Secondo Fabio Schembri questo potrebbe essere considerato un depistaggio:
“non vorrei che questi pettegolezzi servissero a sviare l’attenzione su fatti ben più importanti”
Evidenziando che sono stati resi noti nella stessa data della notizia dell’udienza in Corte D’Assiste fissata al 3 febbraio.