Il giudice ha assolto un vigile immortalato a Sanremo dalle telecamere a timbrare il cartellino in mutande. Con lui altri 9 colleghi secondo rito abbreviato
Il fenomeno dei “furbetti del cartellino” ha visto il licenziamento di 32 dipendenti del Municipio di Sanremo, 10 di loro sono stati assolti, tra cui il vigile che timbrava in mutande. Ecco cosa ha dichiarato l’uomo.
I furbetti del cartellino, uno degli ultimi casi a Sanremo
I fatti risalgono al 2015 nel comune Ligure di Sanremo e hanno interessato numerosi impiegati del Municipio.
Il 22 ottobre erano state emesse infatti ben 43 misure cautelari, 35 erano finiti agli arresti domiciliari ed 8 degli indagati con obbligo di firma.
Non solo, per 32 delle persone indagate erano state licenziate immediatamente.
Anche l’allora Premier Matteo Renzi aveva commentato la notizia e le foto diffuse in tal modo:
“Questa è gente da licenziare in 48 ore. E’ una questione di dignità”.
Vigile in mutande assolto dal giudice
Nelle scorse ore è arrivata la decisione del giudice per le udienze preliminari come si evince anche da TgCom. Per i 10 imputati del processo per assenteismo che avevano scelto di avvalersi del rito abbreviato è arrivata infatti l’assoluzione.
Il Gup Paolo Luppi infatti ha sentienziato che :
“Il fatto non sussiste”
Il simbolo di questo caso di “furbetti del cartellino” era suo malgrado diventato un vigile urbano ripreso dalle telecamere mentre andava a timbrare in biancheria intima o mandava al suo posto la figlia.
L’uomo in questione, addetto alla vigilanza del mercato ed in seguito all’indagine della Guardia di Finanza, costretto agli arresti domiciliari e al licenziamento, aveva giustificato le immagini che erano state diffuse così:
“Mi è capitato di smontare dal servizio, arrivare a casa e ricordarmi di non aver timbrato. Per evitare di rivestirmi sono andato a strisciare il badge in pigiama”
Il vigile e famiglia risiederebbero infatti proprio al centro della zona del mercato e dopo il licenziamento aveva presentato ricorso al giudice del lavoro.
Ora lui, come gli altri 9 assolti, potrebbe essere reintegrato anche se nel frattempo aveva aperto un negozio in città.
Per altri 16 imputati invece è stato disposto il rinvio a giudizio.