Monsignor Paolo Piccolo è il parroco condannato per l’uccisione di Don Giuseppe Rocco, scopriamo chi è ed i dettagli di questa agghiacciante vicenda
Tutti i dettagli e le curiosità sul caso di Monsignor Piccolo canonico della cattedrale di Assisi che è stato condannato per omicidio ai danni di Don Giuseppe Rocco.
Chi è Monsignor Piccolo?
Paolo Piccoli ha 53 anni ed è originario del Veneto ma è stato per molti anni parroco di Pizzoli e Rocca di Cambio ed inoltre canonico della cattedrale dell’Aquila.
Il parroco ha anche prestato servizio come cappellano su navi della marina mercantile.
Monsignor Piccoli attualmente si trova a Verona dove si sta curando da una malattia che da tempo l’ha allontanato dall’esercizio delle funzioni religiose anche a causa di svariate operazioni chirurgiche.
In seguito al terremoto dell’Aquila il religioso confessò di aver vissuto un periodo di depressione che sfociò nell’abuso di alcol ma che superò senza conseguenze:
“Niente che abbia mai influito sul mio comportamento”
Il religioso è di recente stato condannato per l’omicidio di Don Giuseppe Rocco, 92 anni.
Stasera a Chi l’ha Visto verrà trattato il caso con tutti gli approfondimenti per far luce su questa vicenda incredibile.
L’omicidio di Don Rocco e la condanna del parroco, gli aggiornamenti
Si continua a dichiarare innocente e provato da tutta la situazione il 53enne Don Piccoli:
“Sono innocente, non ho ucciso io Don Giuseppe Rocco, contro di me hanno vinto i pregiudizi e le bugie. Vivo una grande sofferenza.”
Eppure l’ex parroco ha ricevuto una condanna a 21 anni e 6 mesi e l’interdizione dai pubblici uffici per l’omicidio di un altro religioso.
Il 92enne venne strangolato all’interno di un istituto religioso, la Casa del Clero di Trieste il 25 aprile 2014 – come si evince anche su Corriere.
Il movente dell’omicidio sarebbe l furto di una collana che apparteneva a Don Rocco e che non si è più trovata.
L’avvocato di Paolo Piccoli però, Vincenzo Calderoni ha dichiarato con fermezza la tesi di un errore giudiziario che avrebbe equivocato alcuni presunti indizi sulla scena del delitto:
“Non ci sono prove. Il sangue del mio assistito sul letto del morto è solo la conseguenza di una xerosi cutanea”
Secondo l’avvocato infatti Piccoli si sarebbe trovato al capezzale di Don Giuseppe Rocco solamente per dargli l’estrema unzione, inoltre la difesa contesta il fatto che la dinamica non può essere di strangolamento non essendoci infiltrazioni emorragiche nell’osso ioide, come di norma accade.
“Perché mai avrei dovuto buttare 43 anni di vita religiosa per una catenina?”
Ha dichiarato Piccoli.
La Diocesi dell’Aquila pur dichiarando rispetto per la sentenza della Corte d’Assise di Trieste invita alla prudenza e alla presunzione di innocenza fino al compimento di tutti i gradi di giudizio.
Nello studio di Federica Sciarelli verranno evidenziati tutti gli ulteriori approfondimenti.