Per il crollo in galleria del 30 dicembre il pm ha deciso di svolgere l’indagine valutandolo come reato di attentato alla sicurezza dei trasporti
Il crollo in galleria non ha fatto vittime, ma il tutto si poteva prevedere se solo se ispezioni fossero state eseguite in maniera corretta: così il pm ha aperto l’inchiesta sul caso.
L’inchiesta del pm sulla caduta alla Galleria Bertè
Era il 30 dicembre quando è avvenuta la caduta di materiali all’interno della galleria Bertè che collega la Genova – Gravellona Toce. Come si evince anche da TgCom, ora l’ipotesi di reato di attentato alla sicurezza dei trasporti è al vaglio del Pm Stefano Puppo.
Il crollo era prevedibile – probabilmente – in base alle ispezioni che sono state eseguite: per questo motivo è necessario valutare cosa sia accaduto e come si sia arrivati a questo grave crollo.
Non solo, il Pm valuterà anche il mancato adeguamento alla Norma Europea che riguarda la sicurezza di tunnel/gallerie che sono di lunghezza superiore ai 500 metri.
Questa inchiesta, come riportano i maggiori media, è importante al fine di individuare ogni possibile conseguenza penale in merito alla mancata attuazione delle disposizioni, che sono state disposte dalla Commissione del Consiglio Superiore dei lavori pubblici ed eventuale rischio per gli automobilisti stessi.
Nello stesso tempo la Guardia di Finanza ha effettuato una ricostruzione di tutte le persone che sono legate a questa galleria o ne hanno avuto a che fare: la svolta potrebbe riguardare la loro iscrizione nel registro degli indagati.
Si attendono ulteriori aggiornamenti successivi alle indagini svolte.