A Roccamonfina, sono state trovate nuove impronte alle Ciampate del Diavolo. Pare che siano di uomo di Neanderthal.
Nel Casertano sono state trovate nuove impronte alle Ciampate del Diavolo, vicino al vulcano di Roccamonfina. La tradizione attribuiva al Diavolo queste tracce, mentre ora possiamo dire che un nuovo studio le ha attribuite al passaggio di uomini di Neanderthal. Nel 2003 erano state attribuite ad un’altra specie cioè l’Homo heidelbergensis. Quindi niente demoni che camminano sulla lava, semplicemente ominidi che si erano stabiliti nella zona.
Il nuovo studio
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Quaternary Science ci sono 14 nuove impronte non catalogate in precedenza, ora attribuite ai Neanderthal. Si tratta d’impronte di uomini che sono vissuti circa 350.000 anni fa.
Nel 2003 secondo le analisi di Paolo Mietto, docente di stratigrafia dell’Università di Padova queste impronte appartenevano ad una diversa specie di ominidi, vissuta tra i 600.000 ed i 100.000 anni fa.
Il nuovo studio è chiamato
“On the devil’s tracks: unexpected news from the Foresta ichnosite (Roccamonfina volcano, central Italy)”
Ha visto la partecipazione anche di Paolo Mietto ed ha visto anche Adolfo Panarello dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Maria Rita Palombo della Sapienza Università di Roma, Italo Biddittu del Convitto Nazionale Regina Margherita di Anagni, Mauro Antonio di Vito dell’Osservatorio Vesuviano sezione Napoli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Gennaro Farinaro.
Grazie alla scoperta di 14 nuove impronte, descrivono un passaggio in salita dell’homo di Neanderthal, rispetto a quello in discesa del l’Homo heidelbergensis.
In base a quanto ipotizzato nello studio, queste impronte sarebbero state lasciate poco dopo un’eruzione vulcanica, quando la lava era solidificata in superficie. La temperatura a questo stadio non supera i 50°C, per cui ci si può camminare senza problemi. Quelle precedenti facevano pensare ad una fuga precipitosa, mentre quelle dei Neanderthal dimostrano che loro conoscevano bene l’ambiente. Non avevano paura nel camminare nei pressi del vulcano di Roccamonfina, anche se all’epoca era ancora attivo. Probabilmente andavano a recuperare delle rocce di pietra lavica per costruire i propri utensili.