Avevano creato una chat Whatsapp per avvisare gli amici sugli eventuali posti di blocco presenti in strada: giudice li assolve
Un gruppo Whatsapp per segnalare le forze dell’ordine in strada, il giudice ha deciso: non è reato.
Chat Whatsapp per segnalare i posti di blocco
Si sa, le chat di messaggistica istantanea vengono utilizzate per gli scopi più disparati, ma il caso che arriva dalla Liguria ha pochi precedenti.
Un gruppo Whatsapp, con circa un centinaio di partecipanti, con l’unico scopo di segnalare eventuali posti di blocco presenti in strada è finito al centro di una vicenda giudiziaria.
Protagonisti dell’anomala conversazione di gruppo dei giovanissimi della Vale Scrivia, in Liguria. Come riporta anche Fanpage, i ragazzi si avvisavano a vicenda su eventuali posti di blocco delle forze dell’ordine presenti sulle arterie dell’entroterra ligure.
La decisione del giudice
Avere un gruppo Whatsapp per segnalare i posti di blocco non è reato. È quanto deciso dal giudice Luisa Avanzino che ha assolto i 49 indagati, tutti presenti nella chat di gruppo.
Secondo la decisione del giudice per le indagini preliminari, il gruppo di messaggistica istantanea non avrebbe causato nessuna alterazione del servizio, visto che comunque la chat era limitata ad un gruppo circoscritto di persone.
In alcuni casi i messaggi che avvisavano di eventuali posti di blocco erano accompagnati anche da insulti contro le forze dell’ordine. Il giudice ha assolto gli indagati dall’accusa di vilipendio.
Il caso ligure non è però la normalità, visto che lo scambio di questa tipologia di messaggi non può essere considerato sempre un’azione lecita.
Ad Agrigento, infatti, una 60ina di persone sarebbero finite nei guai per aver creato un gruppo in cui, come i ragazzi liguri, segnalavano i posti di blocco.
In quel caso il giudice decise di condannarli per aver violato l’articolo 360 del codice penale e quindi per aver reso vana l’attività di controllo delle forze dell’ordine.