Stop detassazione pensioni in Portogallo, l’Italia punta alla Flat Tax
Pensioni in Portogallo: il Governo propone un’imposta del 10% agli stranieri, ma ciò non vale per chi si è già trasferito.
La Finanziaria 2020 del governo portoghese presieduto dal premier socialista Antonio Costa mira ad introdurre una tassazione fino al 10% del reddito annuo su tutti gli assegni previdenziali percepiti dagli stranieri “residenti non abituali”.
Infatti, fino ad oggi i pensionati stranieri non residente in Portogallo potevano beneficiare di una totale esenzione fiscale per 10 anni.
Da oggi le cose potrebbero cambiare dato che il Portogallo potrebbe uscire dalla lista dei paradisi fiscali preferiti dai pensionati italiani per pagare meno tasse.
Via dalla lista dei paesi preferiti dai pensionati italiani
Fino ad oggi il Portogallo ha rappresentato uno dei paesi prediletti dai pensionati italiani per beneficiare della detassazione.
Correva l’anno della crisi finanziari, il 2009, quando il Portogallo approvò il programma di incentivi che consentiva ai pensionati stranieri non residenti abitualmente di percepire gli assegni previdenziali al lordo, senza applicazione di alcuna tassa.
Per beneficiare dell’esenzione fiscale l’unico requisito richiesto era quello di risiedere almeno 6 mesi l’anno in Portogallo e non essere mai stato tassato nei cinque anni precedenti l’istanza.
Ora c’è il rischio che questo “paradiso fiscale” si possa eclissare.
Portogallo: la Finanziaria 2020 di Antonio Costa
Il Premier socialista Antonio Costa, con la Finanziaria 2020, mira ad elevare la tassazione dallo 0% al 10%.
Questa aliquota fiscale andrà a gravare sui pensionati italiani o stranieri non residenti abituali, ovvero chi sposta la sua residenza fiscale e trascorre 183 giorni all’anno in Portogallo.
Italia: si punta sulla Flat Tax!
Spostandoci nel Belpaese per poter attrarre i pensionati dall’estero è stata introdotta una “tassa piatta” o Flat Tax del 7% per 5 anni.
La platea di beneficiare della Flat Tax al 7% è costituita dai pensionati che decidono di prendere la residenza in piccoli comuni del Mezzogiorno d’Italia.
Ciò mira ad incentivare il ripopolamento delle aree geografiche caratterizzare da un elevato tasso di emigrati (soprattutto giovani laureati).