A seguito dell’omicidio di Cerciello e tutto il grande silenzio di questi mesi, il padre di Lee Elder rompe il silenzio “Qualcosa non torna”
L’omicidio di Cerciello Rega è ancora uno dei fatti di cronaca più agghiaccianti ma ora il padre di Lee Elder rompe il silenzio perché per lui qualcosa non torna.
Le parole del padre di Lee Elder
Sono passati tanti mesi da quel tragico omicidio in cui ha perso la vita il Carabiniere di Roma, accoltellato e lasciato morire sull’asfalto. In questi mesi di indagini e silenzi, ora il padre di Finnegan Lee Elder ha deciso di rompere il silenzio.
Lo stesso ha rilasciato una intervista esclusiva su Repubblica spiegando quali siano i suoi dubbi e cosa lo porti a pensare che qualcosa non sia stato gestito nella maniera corretta.
Come prima cosa ricorda quel tragico 26 luglio quando lui e la moglie stavano lavorando in casa:
“la sento urlare. nostro figlio in europa e due poliziotti su FaceTime”
Tutto veloce e l’accusa di omicidio, tanto che lo stesso ragazzo urla per farsi sentire dalla madre:
“mamma dicono che ho ucciso un poliziotto”
I genitori in quel momento non capiscono cosa stia accadendo e solo nelle ore successive ricostruiscono la vicenda.
La confessione distorta per l’omicidio
Sempre durante l’intervista, il padre di uno dei due accusati di omicidio, spiega come la pensa:
“mio figlio non è un santo. ma l’idea che sia uscito quella notte con l’intenzione di uccidere un poliziotto – come afferma l’accusa – è impensabile”
Si pone quindi delle domande sul perché i Carabinieri fossero stati in borghese con maglietta e bermuda, sul fatto che non avessero distintivo e pistola e perché rispondevano alla chiamata di un individuo che ha aiutato due ragazzi in una attività illegale:
“la confessione di finn è arrivata dopo otto ore di schiaffi, calci e sputi: inquirenti diversi, nessuno in grado di parlare correttamente inglese”
Per il padre del ragazzo ci sono molti elementi che “non tornano” e per questo vorrebbe vederci chiaro.