Caos Libia: l’accordo per “cessare il fuoco” non c’è e continuano le esercitazioni
“Continuano le esercitazioni di addestramento a pochi metri da noi in Libia”,
a rivelarlo è la stessa ONU per i rifugiati.
“Regge solo il nome” riguardo l’accordo di pace e di tregua in Libia, raggiunto a metà gennaio nel corso della conferenza di Berlino.
L’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati, Unhcr, ha deciso di sospendere i lavori nel centro per migranti di Tripoli.
Inviato ONU Ghassan Salamé denuncia le continue violazioni degli impegni assunti a Berlino
La denuncia è arrivata dall’inviato speciale dell’Onu in Libia, Ghassan Salamé, che in videoconferenza al Consiglio di sicurezza ONU ha elencato le continue violazioni degli impegni assunti dal Generale della Cirenaica, Khalifa Haftar e dal Presidente Fayez al Sarraj.
Come riferito dagli uomini di al Sarraj, un drone delle milizie di Haftar è stato abbattuto a Sud di Tripoli.
Spunta, intanto, la proposta dell’Algeria per accogliere
“un forum di riconciliazione nazionale”,
come riferito dal comitato dell’Unione africana (Ua).
Una tregua “fragile”, il conflitto potrebbe coinvolgere l’intera regione
Una situazione critica, una tregua “fragile”: in fin dei conti dovevano aspettarcelo dato che i segnali arrivati dal consenso sul “cessate il fuoco” nella capitale tedesca non erano stati dei migliori.
A rendere ancora più labile la tregua vi è il semplice fatto che il capo del governo di accordo nazionale di Tripoli, Fayez Al Sarraj, e il generale Khalifa Haftar non si erano nemmeno incontrati.
Per non parlare poi delle oltre 110 violazioni della tregua ufficialmente registrate dall’Unsmil, la missione dell’Onu.
Caos Libia: le conseguenze economiche
Il caos e la mancanza di una tregua stanno cagionando ripercussioni economiche non indifferenti sul Paese che vanta una situazione davvero critica.
Si stima una perdita pari a 562 milioni di dollari per il blocco delle esportazioni del petrolio imposto dalle forze di Haftar.
Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sottolinea che il blocco delle esportazioni di “oro nero” produce
“un danno economico da 89 milioni di dollari al giorno”.