Pandemia e Emergenza Virus cinese: ci sono preclusioni per gli studenti cinesi che arrivano in Italia dalla Cina?
Psicosi e timori diffusi stanno generando panico ed emergenze per gli studenti cinesi ritornati dalla Cina che siedono tra gli italiani.
A tale proposito Zaia sostiene che:
“Non è giustificata la chiusura degli istituti”.
Per gli studenti che sono arrivati in Italia dalla Cina senza sintomi del coronavirus possono sedere tra i banchi di scuola con gli altri studenti italiani.
Pertanto, non c’è assolutamente alcuna preclusione, a disporlo è la stessa Circolare del Ministero della Salute e dell’Istruzione, che sarà verrà pubblicata lunedì.
Coronavirus: in arrivo la Circolare del Ministero della Salute e dell’Istruzione
La Circolare del Ministero della Salute e dell’Istruzione verrà trasmessa a tutte le Direzioni scolastiche il prossimo lunedì 3 febbraio 2020 con le
“Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina”
La finalità è quella di uniformare la gestione nell’ambito degli istituti di istruzione di ogni ordine e grado.
La Circolare chiarisce che è necessario osservare tutte le good practices per prevenire le comuni infezioni delle vie respiratorie.
Pertanto, tutti gli studenti devono lavarsi le mani; coprire le vie aeree quando si tossisce e starnutisce ed evitare contatti stretti con persone con sintomi influenzali.
In particolare, chiarisce la Circolare del Ministero della Salute e dell’Istruzione, gli studenti che sono rientrati dalla Cina nelle ultime 2 settimane devono monitorare l’eventuale insorgenza di sintomi come tosse secca, febbre, difficoltà respiratorie.
In caso di insorgenza dei suddetti sintomi è necessario contattare il 1500 o i centri regionali di riferimento.
Unione Giovani italo-cinesi su Facebook: “Non trattateci come dei virus”
Su Facebook l’Unione Giovani italo-cinesi, con sede a Osmannoro (Firenze), lancia il suo appello:
l’emergenza coronavirus “non ci faccia diventare di nuovo estranei […] estranei che non siamo, perché siamo umani, uguali a quelli che ogni giorno lottano per ottenere una serena vita”,
sottolinea Massimiliano Martigli Jjiang.