Rogo Thyssen: Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz sconteranno 5 anni di carcere come informa il tribunale del Nord Reno Westfalia
Novità Rogo Thyssenkrupp: a dodici anni dall’incidente nello stabilimento di Torino, adesso i due manager tedeschi della Thyssenkrupp andranno in carcere.
L’incidente sul lavoro è avvenuto il 6 dicembre 2007 nello stabilimento torinese, nel quale otto operai furono coinvolti in un’esplosione che causò la morte di sette di loro.
Il Tribunale regionale superiore di Hamm in Germania ha respinto il ricorso dei due ex manager tedeschi, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, condannati in via definitiva in Italia.
Dopo ricorsi e richieste di archiviazioni, il tribunale del Nord Reno Westfalia ha formalizzato che i due ex manager tedeschi della Thyssenkrupp sconteranno 5 anni di carcere.
Precedentemente il tribunale di Essen aveva previsto una detenzione massima di 5 anni, ma i legali dei due dirigenti, accusati di omicidio colposo e incendio doloso per negligenza, avevano fatto ricorso.
Incendio Thyssenkrupp: 4 manager italiani condannati
Quattro manager italiani sono stati condannati subito dopo il verdetto della Cassazione.
La Suprema Corte aveva condannato a 9 anni e 8 mesi l’ex amministratore delegato Espenhahn, a 7 anni e sei mesi per il direttore dello stabilimento Daniele Moroni.
Inoltre sono stati condannati a 6 anni e dieci mesi i dirigenti Marco Pucci e Gerald Priegnitz e a 7 anni e due mesi l’ex direttore dello stabilimento Raffaele Salerno.
L’ex responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri è stato condannato a 6 anni e otto mesi.
Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, “diritto ad ottenere giustizia”
Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede aveva pubblicato un post su Facebook per ricordare le vittime dell’incidente avvenuto allo stabilimento ThyssenKrupp di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007.
“[…] una ferita ancora aperta che non si rimarginerà mai. Le loro famiglie hanno diritto ad ottenere giustizia”.
Le vittime del rogo sono: Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Bruno Santino, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rocco Marzo, Rosario Rodinò.