In Australia, l’ornitorinco è a rischio d’estinzione. Ancora una volta la colpa è dell’uomo e della siccità che attanaglia lo Stato.
L’ornitorinco è uno degli animali più particolari dell’Australia. Purtroppo anche lui è a rischio d’estinzione, a causa dei cambiamenti climatici e dall’operato dell’uomo. Un altro problema è la fortissima siccità, che attanaglia da moltissimi mesi il paese, andando ad impattare sulla deposizione delle uova. Questo potrebbe in pochi decenni il numero degli esemplari potrebbe crollare, arrivando alla possibile estinzione. Cosa che si sta già verificando nel sud dell’Australia, dove l’ornitorinco è già considerato in pericolo di estinzione.
Il pericolo d’estinzione
Secondo gli scienziati del Centre for Ecosystem Science che si trova nell’Università del Nuovo Galles del Sud e della Scuola di Scienze Biologiche dell’Università di Melbourne, il rischio d’estinzione è concreto. Nel loro studio risulta che l’impatto dell’uomo è rilevante: incidono molto sulla popolazione di questi animali la distruzione dell’habitat naturale causato dalle dighe, interventi di bonifica, agricoltura, la forte diffusione di predatori invasivi come le volpi, fino all’aumentata frequenza degli eventi di siccità estremi e ovviamente i fortissimi incendi.
L’Ornitorinco inoltre è solitamente un animale molto schivo e quindi non conosciamo esattamente quanti siano gli esemplari presenti nel paese. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), si stima che la popolazione possa contrare tra i 30.000 ed i 300.000 esemplari. Questo li pone come specie “prossimi alla minaccia” ma secondo il Center for eco system, dovrebbe essere aggravato come “specie vulnerabile.” Secondo l’autore principale dello studio professor Gilad Bino
“È urgente una valutazione del rischio nazionale per l’ornitorinco per determinare il suo stato di conservazione, valutare i rischi e gli impatti e dare priorità alla gestione al fine di ridurre al minimo qualsiasi rischio di estinzione.”
Questo studio si affianca ad un reportage che ha visto coinvolti biologi e ranger dell’organizzazione Aussi Ark. A causa della siccità, molti corsi d’acqua erano stati prosciugati, portando alla morte di molti esemplari. Emblematica è stata la foto di una dottoressa che si è commossa di fronte ai corpi di due esemplari e due tartarughe che si sarebbero potute salvare, se fossero arrivati pochi istanti prima.