Se hai scattato fino a tre selfie oggi, considerati matto. Almeno, agli occhi dell’American Psychiatric Association che associa la dipendenza da selfie a un disturbo mentale.
Sei dipendente da selfie? Potresti essere malato. Di recente, l’American Psychiatric Association ha effettivamente confermato che fare continuamente selfie è un disturbo mentale, arrivando fino a definire la condizione “selfite”.
L’APA lo definisce come: “il desiderio ossessivo compulsivo di scattare foto di se stessi e pubblicarle sui social media come un modo per compensare la mancanza di autostima e colmare un vuoto di intimità“, e lo ha classificato in tre livelli: borderline, acuto e cronico.
Quanto è estrema la tua selfite? Se ti ritrovi a scattare fino a tre selfie al giorno ma non a pubblicarli sui social media, considerati borderline.
Se pubblichi almeno tre immagini di te stesso al giorno, è acuto.
Infine, se provi un desiderio incontrollabile di scattare e pubblicare fino a sei foto al giorno, congratulazioni: hai una selfite cronica.
Un ragazzo, di nome Danny, si inserisce abbastanza comodamente nella terza categoria.
“Ero costantemente alla ricerca di un selfie perfetto e quando mi sono reso conto che non potevo, volevo morire. Ho perso i miei amici, la mia istruzione, la mia salute e quasi la mia vita“, ha detto al Mirror UK.
Cosa possiamo imparare da Danny? Bene, per cominciare, viviamo in una società che è provocata in una ricerca infinita di perfezione superficiale che non può mai essere raggiunta.
In un mondo in cui le persone sono dipendenti da interventi di chirurgia plastica e innumerevoli forme di miglioramento del corpo, rinunciando a cose come la conoscenza e l’esperienza nella loro unica attenzione sul vivere una vita apparente.
La soluzione? Gli psichiatri hanno trattato Danny e gli altri in modo simile a un tossicodipendente, riducendo al minimo l’esposizione alla dipendenza e abbattendo la dipendenza da essa.
Ciò che può essere richiesto è un controllo della realtà per eliminare il narcisismo digitale – per vivere con i social media piuttosto che vivere attraverso i social media.