La Cassazione si è espressa sulla morte di Marco Vannini, dopo giorni di attesa e ipotesi. Ecco cosa è stato deciso dai giudici.
Il calvario che accompagna l’omicidio di Marco Vannini con tutte le domande ancora senza risposta, oggi porta alla decisione della Cassazione.
Fuori dal Tribunale tantissime le persone raccolte per Marco e per sostenere la famiglia della vittima.
La morte del giovane Marco Vannini
Era il 18 maggio 2015 quando alle 3.18 di notte il giovane muore all’interno dell’elisoccorso che lo stava portando all’Ospedale Gemelli di Roma. L’epilogo di una notte passata ad urlare, lamentarsi e chiedere aiuto dopo che una pallottola lo ha raggiunto mentre era in casa della sua fidanzata Martina Ciontoli.
Da quel momento inizia il mistero: perchè nessuno lo ha soccorso? Perché le ambulanze sono state chiamate e poi annullate?
Secondo le ricostruzioni della famiglia Ciontoli quella sera alle 23 Marco si è recato in bagno per farsi una doccia, quando Antonio Ciontoli è entrato per prendere una pistola all’interno della cassettiera. La giovane vittima avrebbe quindi chiesto di poter vedere l’arma e Antonio Ciontoli – credendo fosse scarica – ha sparato colpendo il giovane ragazzo.
Secondo le prime chiamate effettuate al 118, la famiglia ha dichiarato che Marco aveva avuto un attacco di panico e successivamente che si era ferito con la punta di un pettine. Tutte queste bugie e omissioni portano il ragazzo ad essere raggiunto da una ambulanza in codice verde: ma è troppo tardi, Marco muore.
Nel corso di questi anni sono emerse nuove testimonianze, dubbi su chi abbia realmente sparato e nuove omissioni su cosa sia accaduto veramente durante quella tragica notte.
La decisione della Cassazione
Oggi 7 febbraio la Cassazione si è espressa sul caso della terribile morte del ragazzo di Ladispoli.
I giudici avrebbero potuto decidere in due modi differenti:
- confermare la sentenza della Corte d’appello
- annullare e procedere con un nuovo processo
Si ricorda che Antonio Ciontoli in primo grado è stato condannato per omicidio volontario con dolo eventuale a 14 anni, mentre la moglie e i due figli a tre anni per omicidio colposo. Poi la sentenza dell’uomo è stata ridotta a cinque anni in appello, derubricando il reato a omicidio colposo con colpa cosciente: una sentenza che ha fatto insorgere la famiglia Vannini.
Oggi 7 febbraio 2020 la Cassazione ha determinato che Antonio Ciontoli e la sua famiglia dovranno sostenere un nuovo processo in appello. La famiglia Vannini è uscita dall’Aula esultando.