PETA, la fine della campagna contro le pellicce: “Abbiamo vinto”

PETA, fine della campagna contro le pellicce, ora il prossimo obiettivo dell’associazione saranno lana e pellami.

PETA

Il PETA dopo 30 anni pone fine alla campagna “Meglio nude che in pelliccia”, che ha avuto testimonial molto famose come Kim Basinger, Pamela Anderson, Eva Mendes e Elisabetta Canalis.

Il nuovo obiettivo del PETA

La moda ormai non sponsorizza più le pellicce, sempre meno impiegate perchè non più gradite dal pubblico, sopprattutto quello giovane. Ora che il risultato è stato ottenuto il People for Ethical Treatment of Animals ha deciso dopo quasi 30 anni di chiudere la campagna “Meglio nude che in pelliccia”. Dozzine sono state le celebrities che hanno preso parte riuscendo a far odiare le pellicce e non più oggetti d’interesse.

Ovviamente rimangono gli affezionati, ma i principali marchi ormai hanno abbandonato quest’oggetto seguiti anche dal divieto di stati come la California o scelte come quella della regina che ha rinunciato ai velli d’ermellino.

Ora PETA – come si evince da Il Corriere della Sera –  ha deciso di dedicarsi ad un settore che forse è ben poco etico, quello della moda. Ora punta a costringere quest’industria ad abbandonare completamente qualunque oggetto d’origine animale. quindi ora partirà una campagna contro pellami e lana. Quest’ultima è un’industria molto florida ed è spesso sotto accusa per forme di maltrattamento e di sofferenza.

Se alla pelle abbiamo trovato validi sotituti, la lana trova ancora molti consensi. Questo non vuole penalizzare la creatività degli stilisti, semplicemente la vuole indirizzare verso una scelta il più etica possibile. Dan Mathews, vicepresidente di Peta e ideatore della campagna afferma:

“Non c’è alcun motivo per cui la moda debba basarsi sullo sfruttamento degli animali Lo hanno capito tutti i grandi marchi che sempre più si stanno orientando verso una produzione sempre più cruelty free e attenta all’ambiente.”

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