Caso Cucchi: ecco le motivazioni della Corte d’Assise di Roma nelle sue 130 pagine
«È omicidio, senza un evento traumatico non sarebbe morto»,
spiega la corte d’assise di Roma nelle motivazioni della sentenza sul pestaggio e sulla morte del geometra 31enne.
È vero che Stefano Cucchi la sera dell’arresto avesse tenuto una condotta quantomeno oltraggiosa nei confronti dei militari, ma è
“è indiscutibile che la reazione poi tenuta”
dai carabinieri Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo
“sia stata illecita e assolutamente ingiustificabile”.
I due carabinieri sono stati condannati a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.
Ilaria Cucchi, su Facebook, ha voluto ringraziare
“chi ha lottato con me”.
Caso Stefano Cucchi: il verbale di arresto
“[…] un evento traumatico ai suoi danni”
così riporta il documento contenente le ragioni della sentenza della morte di Stefano Cucchi.
Lo stesso verbale di arresto sembra essere
“un concentrato di anomalie, errori ed inesattezze”.
Ad evidenziarlo è la stessa Corte d’Assise di Roma nella motivazione della sentenza pronunciata il 14 novembre scorso.
L’omissione dei nomi dei due carabinieri ritenuti i protagonisti del pestaggio, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, non sarebbe una “svista”, ma
“sarebbe funzionale alla cancellazione di qualsiasi traccia della drammatica vicenda avvenuta all’interno della caserma”.
Per la Corte sono davvero troppe le disattenzioni, le omissioni, i falsi e gli errori, che caratterizzano l’intera vicenda e la situazione maturata dalla sera dell’arresto di Cucchi.
Caso Cucchi: ”azione violenta” dei due militari
Quella di Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, i due militari protagonisti del pestaggio sarebbe
“una azione violenta perpetrata nel corso dello svolgimento del servizio d’istituto”.
I due avrebbero abusato dei poteri di coercizione inerenti il loro servizio, cagionando una violazione del dovere di tutela l’incolumità fisica di Cucchi.
È “credibile” il ‘supertestimone’ del pestaggio in caserma Francesco Tedesco, il carabiniere assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale in relazione alla morte di Stefano Cucchi.
Il militare è stato condannato per falso a due anni e mezzo di reclusione.