Il terribile racconto dei sopravvissuti al treno deragliato a Lodi nella mattina di ieri. Una mancata strage, costata la vita a due persone.
Le parole di chi è sopravvissuto all’incidente avvenuto a Lodi: un treno deragliato, due vittime e diversi feriti.
Treno deragliato a Lodi: morte due persone
Erano le 5:35 della mattina di giovedì, 7 febbraio, quando un treno Frecciarossa diretto a Salerno è deragliato a Ospitaletto Lodigiano, in provincia di Lodi.
L’incidente è costato la vita a due persone: un macchinista, Giovanni Ciccù, e un ferroviere, Mario di Cuonzo. Altri 31 passeggeri sono rimasti feriti, ma nessuno in maniera grave.
Per conoscere con certezza le cause dell’incidente occorre attendere i risultati dell’indagine avviata dalla Procura lodigiana. Da una prima ricostruzione, come evidenzia anche Il Post, sembrerebbe che a causare il deragliamento del convoglio sia stato un deviatoio non posizionato correttamente.
Il giorno precedente all’incidente c’erano stati dei lavori su quella linea ferroviaria ed è plausibile che chi ha operato su quei binari non abbia riposizionato il deviatoio come avrebbe dovuto. Ipotesi questa ancora al vaglio degli inquirenti, che stanno anche valutando l’errore umano del macchinista.
Il racconto dei sopravvissuti
Intanto, i sopravvissuti a quest’immensa tragedia, che avrebbe potuto assumere contorni ben più neri, hanno raccontato di un inferno di sangue e lamiere da cui molti pensavano di non riuscire a fuggire.
Come riporta Il Corriere, sono in molti a sentirsi miracolati, perché nell’attimo in cui tutto si è fermato, i passeggeri hanno temuto di non uscire vivi da quanto stava accadendo sotto i loro occhi.
“Abbiamo sentito un boato e poi valigie cadute e rumori: sono stati attimi infiniti”
ha raccontato Chiara, diretta ad Arezzo per lavoro.
Una dipendente del bar ha raccontato di aver sentito i finestrini scoppiare e ha cercato riparo sotto il bancone. Una collega è stata sbalzata nel bagno. Per un altro, Micaela aveva temuto il peggio, finché non lo ha ritrovato all’inizio del vagone.
Un ragazzo musulmano, 21 anni appena e ancora tutta la paura che gli scorre dentro, ha raccontato:
“Credevo di essere morto. Ho chiuso gli occhi ed ho pregato”.