Le montagne senza neve sono un nuovo problema causato dal riscaldamento globale. Secondo Legambiente è però inutili ricoprire con in cannoni sotto i 1500.
Secondo Legambiente è inutile accanirsi per guarire le montagne senza neve. Non serve a nulla ricoprire con neve le stazioni per gli sport invernali al di sotto dei 1.500 metri d’altezza.
Nel rapporto dell’associazione possiamo capire quali sono le cause del riscaldamento globale per il nostro paese, in particolare con riguardo della neve. Essa è stata assente per quasi tutta la stagione sciistica e purtroppo l’uso dei cannoni è da considerarsi alla stregua di un accanimento terapeutico.
Il rapporto Legambiente
Il settore soprattutto per gli impianti al di sotto dei 1500 metri, sarebbe da considerarsi come morente, che vive esclusivamente grazie agli aiuti statali. Questi aiuti coprono il 90% delle spese, dalla costruzione al mantenimento degli impianti, rendendo la montagna un luogo finto. Vanda Bonardo ha detto alle colonne della Stampa:
“I climatologi sono concordi nel sostenere che bisogna fermare gli investimenti in stazioni invernali al di sotto dei 1.500 metri, se non sotto i 1.800. Tutto questo in un quadro che vede l’aumento costante delle temperature in misura doppia in montagna rispetto alla pianura”.
Proprio per questa ragione, molte sono le piste che funzionano a singhiozzo o addirittura sono chiusi come Argentera nel Cuneese, dove manca il gestore ed i soldi, oppure Bolbeno in Trentino, e Laceno in Campania, la prima a soli 600 metri d’altezza, hanno richiesto milioni di euro per l’innevamento artificiale.
Come detto sarebbe accanimento terapeutico per stazioni sciistiche che senza aiuti o interventi pagati con soldi pubblici. Spesso si tratta impianti vecchi, in perdita e senza gestori che desiderano prendersene cura. Questo problema si sta spostando in sempre più in alto, costringendo i gestori a servirsi di neve artificiale e moltiplicare i bacini d’ acqua a cui attingere per produrla.