Un annuncio tra le offerte di lavoro molto particolare, dove si cerca un medico per 135 persone che abitano su un’isola. Ecco i requisiti!
Tra le offerte di lavoro “particolari” spunta questa sulla ricerca di un medico che possa occuparsi di 135 abitanti di un’isola. Ecco di cosa si tratta.
Medico per 135 abitanti di un’isola
Lo si legge su The Guardian e sull’isola scozzese di Colonsay – Isole Ebridi situate all’interno – si cerca un nuovo medico di famiglia, meglio se in coppia e se anche la moglie esercita la stessa professione.
David Binnie e la moglie Jan Brooks stanno per andare in pensione e stanno cercando due persone che possano sostituirli, lasciando in eredità la cura di 135 abitanti dell’isola scozzese. Per fare in modo che i due dottori possano lasciare il lavoro con serenità, la ricerca di questa nuova figura è iniziata lasciando un annuncio di lavoro con quelli che dovranno essere i requisiti fondamentali.
Le persone di cui occuparsi saranno 135, numero degli abitanti di quest’isola ed è richiesto:
“grande spirito di avventura, carattere estroverso e fiducia in sé stesso”
Non si deve spaventare da un contesto “remoto” e comunque abbastanza “rurale” e avere una buona dose di sangue freddo per destreggiarsi ogni giorno tra le varie malattie e richieste. È bene sapere che in caso di emergenze, il trasporto di un paziente fuori dal contesto dell’isola richiede circa due ore di viaggio.
I consigli del vecchio medico che sta per andare in pensione
Il medico che sta per andare in pensione vuole occuparsi personalmente della scelta del suo sostituto e ci tiene a precisare alcuni dettagli fondamentali:
“a seconda delle condizioni meterorologiche ci vogliono magari ore prima di raggiungere l’ospedale. in quel lasso di tempo siamo noi a doverci occupare del paziente”
L’isola è collegata alla terraferma da un traghetto che ci mette due ore e mezza di navigazione. In casi estremi c’è anche un elicottero, che però sembra non essere così veloce nell’arrivare a destinazione:
“questo lavoro da anche tante soddisfazioni. si ha molto tempo per i pazienti e si arriva a conoscerli come persone”