In Siria una bimba è morta per il freddo. Aveva soltanto un anno e mezzo Iman ed è il simbolo di quella che rappresenta una vera e propria catastrofe umanitaria.
Il padre della bimba morta di freddo in Siria ha camminato molte ore per tentare invano di raggiungere l’ospedale più vicino.
Non è il primo caso
Iman non è la sola bimba morta per il freddo in Siria. Anche un neonato di nome Abdul non ce l’ha fatta. Non solo i bambini ma anche gli adulti: in un campo profughi di Idlib un’intera famiglia non ce l’ha fatta a sopravvivere al gelo.
I bambini essendo più fragili ed esposti, denutriti e costretti a dormire con le loro famiglie in giacigli improvvisati, sono le prime vittime del freddo. La zona maggiormente colpita è quella dei campi profughi di Idlib, una provincia siriana attualmente in balia di ribelli. Non c’è pace per questa provincia, ogni giorno subisce i bombardamenti di Mosca e le esplosioni dei soldati di Damasco. Come si legge su Repubblica, per le Ong è in corso una ecatombe.
La piccola Iman
Iman viene presa un po’ come simbolo di questa catastrofe umanitaria. Si è spenta tra le braccia del padre che ha cercato in tutti i modi, camminando per ore, di raggiungere l’Ospedale più vicino, quello di Afrin. Era l’alba. La famiglia della piccola era fuggita nel 2018 dalla periferia di Damasco a causa di battaglie tra ribelli. Si era rifugiata nel villaggio di Ma’rata, ad ovest di Afrin (provincia di Aleppo). Attualmente, vivevano in una tenda che non è stata sufficiente a proteggere la bambina che si è ammalata di bronchite. Per i medici la piccola è morta di assideramento.
In realtà, sono tanti i bambini che muoiono in questo inverno e, magari, di loro non si sa nulla. Delle temperature che, di notte, possono raggiungere anche i -11 gradi sotto lo zero. Perciò, i profughi, costretti alla fuga dai bombardamenti, non possono far altro che bruciare di tutto per scaldarsi, persino i copertoni delle auto. Non si muore solo di freddo, dunque, ma anche per le intossicazioni dovute alle esalazioni di questi fumi nocivi.
Il mondo resta a guardare
Come sostiene Save the Children, le violazioni sui bambini hanno subito una crescita del 170% in soli dieci anni. Ma il mondo non fa niente. Sono 800 mila le persone che fuggono. Un dato che è cresciuto molto nelle ultime settimane a causa dell’aumento dei bombardamenti. Tra questi profughi, l’80% è costituito da donne e bambini. Le famiglie non possono ripararsi ne dal freddo ma nemmeno dalle bombe che piovono sulle loro teste. A questo scenario, si aggiunge il fatto che 72 ospedali hanno sospeso la loro attività a dicembre proprio a causa dei raid aerei.