E’ arrivata la svolta sul caso della morte di Lisa Gabriele. La ragazza, trovata cadavere nel 2005, in realtà non si sarebbe uccisa.
L’assassino di Lisa Gabriele sarebbe stato inchiodato dal suo DNA che è stato isolato dagli inquirenti.
Una morte che risale al 2005
Il cadavere di Lisa Gabriele venne ritrovato nel bosco di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza. Era il 2003 e la ragazza aveva soltanto 22 anni. In un primo momento, gli inquirenti pensarono ad un suicidio ma, poi, questa tesi venne scartata perché la scena del crimine di fronte alla quale ci si trovava era complessa. Infatti, vicino alla salma c’erano alcolici e psicofarmaci ma anche un biglietto d’addio.
Sin da subito, i medici legali stabilirono che la giovane non aveva fatto uso ne di alcol ne di psicofarmaci. Le prime ricostruzioni affermavano che la ragazza venne soffocata in un luogo e poi condotta nel bosco. L’ipotetico assassino si era servito anche dell’aiuto di qualcuno per il trasporto e per mettere in scena il suicidio. Anche il biglietto non era stato scritto dalla mano di Lisa. Ciò è stato scoperto grazie ad una perizia calligrafica.
La riapertura delle indagini
Già qualche tempo fa, i magistrati avevano ripreso in mano il caso a causa di una lettera anonima arrivata all’autorità giudiziaria. A quanto si legge su Ansa, non ci sarebbero ancora iscritti al registro degli indagati. Il caso, però, dopo 15 anni potrebbe vedere una risoluzione molto presto. Questo perché il DNA del presunto omicida è stato isolato sulle spoglie della vittima.
Sono state trovate, infatti, tracce di pelle sotto le unghie di Lisa. Un lavoro investigativo particolarmente articolato quello messo in campo dal procuratore Mario Spagnuolo ed il pm Antonio Teorico al coordinamento.