Strage di Capaci: arrestato Giuseppe Costa fratello della vedova Schifani, con l’accusa di associazione mafiosa
Tra gli arrestati dalla Dia di Palermo nell’inchiesta del Boss 68enne Gaetano Scotto c’è anche Giuseppe Costa, il fratello della vedova di Vito Schifani, uno dei tre poliziotti morti nella strage di Capaci (23 maggio 1992).
A confermarlo sono proprio gli inquirenti. Costa avrebbe riscosso il pizzo per il clan dell’Arenella insieme ai fratelli Scuotto.
Si spacciava per muratore e, invece, faceva parte della cosca dell’Arenella Vergine Maria, insieme ai fratelli Scuotto.
E, adesso, gli inquirenti ipotizzano che la stessa cosca abbia giocato un ruolo determinante nella strage di Capaci contro Giovanni Falcone.
Ricordiamo che Il giorno dei funerali delle vittime della strage di Capaci, dall’altare Maria Rosaria Costa, vedova Schifani si rivolse direttamente ai mafiosi:
“Vi perdono però vi dovete mettere in ginocchio”.
Parole piene di disperazione e di sconforto, che sono rimaste indelebili nella mente di tutto il Paese.
Mafia: l’accusa nei confronti di Giuseppe Costa
L’uomo, fratello della vedova Schifani, avrebbe raccolto i soldi del pizzo, avrebbe gestito la cassa della cosca mafiosa e avrebbe contribuito al mantenimento degli affiliati detenuti.
Costa avrebbe fatto parte della famiglia mafiosa di Vergine Maria,
“mantenendo rapporti con esponenti mafiosi di altre famiglie nell’interesse primario dell’organizzazione mafiosa”,
è quanto ha riportato il gip del tribunale di Palermo, che ha firmato la misura cautelare nei confronti degli indagati.
In buona sostanza, gli inquirenti ritengono che l’uomo è pienamente inserito nelle dinamiche mafiose della “famiglia” Scotto.
Palermo: arrestato il Boss Gaetano Scotto
È stato arrestato nel blitz della Dia di Palermo il Boss dai mille misteri palermitani: Gaetano Scotto.
Secondo i magistrati, dopo la scarcerazione il Boss era tornato a svolgere il ruolo di capo della famiglia mafiosa del quartiere Arenella, la zona dei Cantieri navali.
In manette, per associazione mafiosa, sono finiti anche i fratelli Francesco Paolo e Pietro.
Il blitz ha coinvolto complessivamente otto persone: l’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise e Roberto Tartaglia.