Pandemia Coronavirus: addio a Chang Kai ed alla sua famiglia
“Addio a quelli che amo e a quelli che mi hanno amato”,
ha detto il regista Chang Kai poco prima di chiudere gli occhi per sempre.
Il messaggio del regista è giunto a tutti gli amici, ma soprattutto al figlio che vive a Londra.
Ad ammalarsi è stato il padre del regista Chang Kai ma negli ospedali non c’erano letti disponibili.
I familiari si sono trasmessi il coronavirus tra loro, mentre stavano chiusi in casa in isolamento, e la polmonite gli ha “strappato” la vita.
Dopo i genitori, la morte è toccata allo stesso regista Chang Kai, noto per il suo lavoro agli Hubei Film Studios. Ora anche la coniuge è in condizioni critiche.
La decisione iniziale delle autorità di isolare i malati nelle proprie dimore ha moltiplicato i casi di contagio da coronavirus causando una “catena” di decessi tra familiari.
Allarme Coronavirus a Wuhan: mancano i posti letto negli ospedali
Una vicenda drammatica quella che sta interessando tutti gli ospedali di Wuhan, presi d’assalto da migliaia di pazienti affetti dal coronavirus o con sintomi gravi.
Le strutture ospedaliere cinesi sono del tutto impreparate a gestire l’allarme “contagio coronavirus”.
Si tratta di una vera e propria pandemia che sta mietendo, ora dopo ora vittime: le autorità sanitarie per fare fronte all’emergenza hanno deciso di dirottare i malati verso la quarantena all’interno delle abitazioni dei civili.
Situazione che ha moltiplicato i casi di epidemia da coronavirus dato che il virus cinese contagia i familiari dello stesso nucleo familiare.
Coronavirus: il caso di Chang Kai
È quanto accaduto alla famiglia del regista cinese Chang Kai: quando il padre ha mostrato i primi sintomi il figlio si è immediatamente attivato per farlo ricoverare in uno degli ospedali della città, senza successo.
Purtroppo, non c’erano più posti disponibili e il regista ha dovuto riportare a casa il padre contagiato.
Purtroppo, il contatto diretto ha esposto tutti i familiari al contagio da coronavirus, come sancito dagli standard fissati dall’OMS.
Il giorno del decesso del padre, la coniuge era già malata e, successivamente, la sorte è toccata ai figli.