Ministra dell’Interno Lamorgese annuncia una nuova norma per evitare che i piccoli spacciatori tornino in libertà
La Ministra dell’Interno Lamorgese ha annunciato una nuova norma per evitare che i piccoli spacciatori, fermati almeno due volte dalle forze dell’ordine, tornino immediatamente liberi.
La finalità è quella di punire chi viene fermato, rilasciato e riprende a spacciare anche modiche quantità di stupefacenti poche ore dopo.
In occasione dell’incontro con i familiari delle vittime della strage della Lanterna azzurra di Corinaldo, la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha annunciato una “stretta” nella lotta alla “commercializzazione” degli stupefacenti.
Si tratta di una revisione al Codice Penale che – se dovesse essere approvata – inasprirebbe le pene anche per gli spacciatori di piccole quantità di droga.
Arresto immediato dopo il secondo fermo: ciò colpirebbe molti pusher giovanissimi, che vengono utilizzati dai pusher nelle piazze delle città per spacciare droga.
Spaccio di droga: revisione della normativa Codice Penale
La Ministra dell’Interno Lamorgese d’intesa con il Ministero della Giustizia ha sottolineato che è stata trovata una soluzione per dare la possibilità di arrestare immediatamente con la custodia in carcere i piccoli spacciatori che commercializzano piccole quantità di droga.
Si tratta di una previsione normativa predisposta superare l’attuale disposizione contenuta all’articolo 73 comma cinque, che attualmente non prevede l’arresto immediato per i casi di spaccio di droga.
La stessa Ministra dell’Interno ha fatto notare che arrestare senza custodia in carcere e, il giorno dopo, vedere il piccolo spacciatore a piede libero, incide sulla demotivazione delle Forze dell’Ordine.
La stessa Ministra dell’Interno ricorda quanto ogni giorno la polizia si impegni per contrastare lo spaccio di stupefacenti.
Lamorgese: sì alle misure cautelari per i piccoli spacciatori
Lamorgese sottolinea il pieno accoglimento e favore dell’ipotesi normativa che consentirà l’applicazione di misure cautelari in carcere per gli spacciatori, indipendentemente dalla quantità ceduta.
Con l’attuale impianto normativo vi è l’impossibilità, di fatto, di applicare misure limitative della libertà personale nei confronti di coloro che vengono sorpresi in flagranza di reato di cessione di stupefacenti, i quali vengono rilasciati dopo 48 ore.