Sinisa Mihajlovic si è concesso recentemente ad una lunga intervista per ‘Il Resto del Carlino’. L’allenatore Croato ha ripercorso con alcuni aneddoti la sua vita, poi lo sfogo doloroso
In occasione del suo 51esimo compleanno, Sinisa Mihajlovic si è concesso ad una lunga intervista a ‘Il resto del Carlino’. L’allenatore nato il 20 febbraio del 1969 in quella Vukovar, festeggia quest’anno un compleanno speciale.
Il primo dopo aver affrontato seppur con forza e determinazione, mesi difficili dopo la nefasta diagnosi lo scorso Luglio in cui ha annunciato di essere affetto dalla Leucemia.
Nell’intervista l’allenatore del Bologna ripercorre la sua vita, non sempre stata in salita, oltre la malattia, altri drammi hanno costellato il suo vissuto. Scopriamo di più.
Sinisa Mihajlovic, una vita da combattente
‘A volte di anni penso di averne 150, per tutto quello che ho già vissuto’ ha esordito così l’ex atleta croato nel corso della sua lunga intervista a ‘Il Resto Del Carlino’ che ha voluto omaggiarlo in occasione del suo 51esimo compleanno.
C’è stato u tempo in cui ha patito la vera essenza della povertà e ha vissuto la guerra che ha devastato il suo paese. Un infanzia difficile.
Al di la della malattia e al di la di tutte le sofferenze l’allenatore esprime con dolore il suo più grande rimpianto, ovvero non avere più al suo fianco il padre, che l’ha lasciato dopo aver combattuto a lungo contro un tumore ai polmoni qualche anno fa.
Sinisa Mihajlovic, il sogno infranto: “Vorrei poter riabbracciare mio padre”
Con delicatezza l’allenatore affronta un tema assai delicato inerente al suo privato, ovvero come già accennato non avere più il padre a fianco a se, scomparso purtroppo a causa del cancro.
Sinisa Mihajlovic ha spiegato che per lungo tempo ha provato a convincerlo a trasferirsi in Italia in modo da poter trascorrere i suoi ultimi anni di vita insieme, circondato dall’affetto della sua famiglia. Ma l’uomo troppo legato alla sua terra madre ha preferito restare nella sua terra natale.
La sua scomparsa prosegue Sinisa, ha lasciato un vuoto incolmabile:
‘Ci penso tutti i giorni. Durante la guerra lo imploravo di venire in Italia ma volle restare nel suo Paese’
poi ha aggiunto:
‘Vorrei potesse vedere come sono cresciuti i suoi nipoti. Quando si parla di sogni non penso ad alzare una Champions League o uno scudetto. Il mio è impossibile: poter riabbracciare mio padre’
ha concluso l’allenatore rosso-blu.