In Francia le stoviglie in plastica monouso, sono vendute come riutilizzabili e lavabili in lavastoviglie. Trucco per aggirare il divieto dell’usa e getta?
Il Francia per aggirare il divieto dell’usa e getta, le stoviglie monouso sono vendute come riutilizzabili e lavabili nelle lavastoviglie. Dal primo gennaio 2020 è stato posto il divieto dell’uso dell’usa e getta e alcune aziende per continuare a vendere i prodotti monouso hanno apposto la dicitura “riutilizzabile”.
Lo studio della Zero Waste
Questo è stato scoperto da uno studio della Zero Waste France, che mira a monitorare le vendite nelle catene della GDO. Quella citata è Carrefour che dopo l’uscita di questo report ha deciso di togliere questi prodotti dai propri scaffali.
La Francia ha deciso di anticipare i tempi rispetto alle altre nazioni europee, che secondo la normativa UE daranno il loro addio tra un anno. Da quanto si rileva nello studio, è evidente che esistano dei buchi normativi che permettono la vendita degli oggetti in plastica monouso. La necessità dello studio è nata dalla massiccia presenza d’offerte nei principali supermercati di prodotti monouso, etichettate come riutilizzabili. Addirittura alcune confezioni, indicano dove gettare queste stoviglie una volta giunte a fine vita.
La normativa francese approvata nel 2017 è stata anticipata da un documento ministeriale che consentiva la vendita di stoviglie in grado di sopravvivere a 20 lavaggi in lavastoviglie, in base alle condizioni tecniche che ritroviamo nelle norme EN 12875-1. Alcune aziende hanno deciso di dargli attuazione comunque, mentre altre evidentemente hanno approfittato del vuoto normativo.
Dato che questo documento è simile ad una linea guida, non ha alcun carattere prescrittivo e di conseguenza non ci sono parametri specifici nelle leggi per dichiarare un piatto monouso o meno. Zero Waste France ha fatto quindi le prove dimostrando che le stoviglie di plastica più resistenti resistono al massimo a 10 lavaggi.
Questa pratica del tutto scorretta, secondo l’associazione dovrebbe essere combattuta dai cittadini pubblicando immagini del prodotto affiancando l’hastag #onlaissepaspasser letteralmente non lasciamolo passare. Un modo per combattere il cinismo dimostrato da certe aziende ben poco attente al problema dell’inquinamento da microplastiche.