Emergenza Coronavirus sull’economia: pronto “pacchetto” da 3,6 miliardi di euro
Il Governo Conte è al lavoro per mitigare l’impatto negativo del coronavirus sull’economia dato che molti settori sono duramente “colpiti” ed in ginocchio a seguito del diffondersi dei focolai.
L’economia italiana necessita di essere “sbloccata” ed è necessaria una “terapia d’urto”.
Per ampliare il deficit serve l’autorizzazione del Parlamento, per questo è in arrivo il secondo decreto per le imprese ed i settori in difficoltà, primo tra tutti quello turistico.
E’ quanto annunciato dal Premier Giuseppe Conte, che ha spiegato in dettaglio la fase due, prevedendo un pacchetto da 3,6 miliardi, pari allo 0,2% del PIL.
Il Decreto sarà varato entrò la fine della prossima settimana.
“Non ho ragione di temere che Bruxelles possa contestare la nostra richiesta”,
ha sottolineato lo stesso Premier Conte.
Per allontanare la stagnazione economica il Decreto «Crescita» conterrà più deficit pubblico per fare fronte all’emergenza.
Poi sarà la volta di un terzo intervento, ancora più complessivo e sistematico per fare ripartire l’intera economia, con un’accelerazione della spesa per investimenti.
Emergenza coronavirus: richiesta di 4 miliardi di deficit aggiuntivo
È necessaria una “terapia” anticrisi: si tratta di una serie di nuove misure volte a sostenere l’economia per rilanciare la crescita dell’Italia.
La finalità è arginare l’impatto del coronavirus sul sistema economico già durante comprovato dall’epidemia del virus cinese, che ha messo in ginocchio molti settori strategici.
Il Ministro dell’Economia Gualtieri ha sottolineato che si tratta di un intervento di 4 miliardi di deficit aggiuntivo.
Il decreto legge, secondo le anticipazioni, dovrebbe conterrà muove misure per i settori economici più “colpiti”.
La necessità di sbloccare fino a 4 miliardi di risorse in deficit richiede il via libera del Parlamento e potrebbe portare il disavanzo anche oltre il 2,5% del PIL.
Si tratta di interessanti interventi volti a contrastare le stime negative sulla decrescita attesa del PIL nazionale.
Gualtieri ha sottolineato di non temere che Bruxelles possa opporsi alla richiesta.