Coronavirus: c’è necessità di un fondo di 50 miliardi di euro per rilanciare l’economia italiana
“L’economia è in ginocchio, dal governo solo un’aspirina”,
sottolinea il leader della Lega Salvini.
La finalità è quella di soccorrere l’economia italiana, che risulta essere in ginocchio per l’epidemia coronavirus.
È come se si desse “un’aspirina” a chi soffre di broncopolmonite, per questo stanziare 3,6 miliardi di euro è insufficiente.
C’è necessità di un fondo di 50 miliardi di euro.
E per quanto concerne il settore turistico, è un comparto fortemente in crisi dato che arrivano disdette anche per i mesi estivi.
Il problema dell’epidemia coronavirus non riguarda solo ed esclusivamente le “zone rosse” della Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ma è un problema nazionale.
Il Leader della Lega Salvini chiede di annullare il pagamento delle tasse e non di sospenderle, come sancito dal decreto approvato la scorsa settimana dal CdM.
“È necessario un piano di intervento straordinario per Partite Iva, artigiani e commercianti”,
ha detto Salvini, che chiedeva già da fine gennaio la chiusura delle frontiere e la necessità di fare scattare le quarantene.
Emergenza Coronavirus: l’intervento di Silvio Berlusconi
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha sollecitato un intervento tempestivo per sostenere il sistema economico italiano.
A seguito del numero casi di contagio e di decessi da coronavirus, è importante che vengano attuati aggiustamenti strutturali del Patto di Stabilità e Crescita.
Il Belpaese rischia di vedere deprezzato il PIL tra uno e tre punti percentuali a seguito degli effetti della produzione industriale, dei trasporti, del settore primario e del turismo.
Quando si verifica un’epidemia come quella del coronavirus è necessario sospendere tutte le regole comunitarie di finanza pubblica.
Coronavirus: l’intervento di Antonio Misiani
Il viceministro dell’economia Antonio Misiani ha presentato le linee guida per sostenere il rilancio dell’economia nazionale a seguito dell’emergenza Coronavirus.
La finalità è quella di approvare un secondo decreto che stanzi risorse “fresche” per risanare l’economia, in particolare per salvaguardare le imprese danneggiate.