Se non prendiamo provvedimenti contro il cambiamento climatico, entro il 2100 metà delle spiagge sparirà in tutto il mondo.
Il cambiamento climatico non si arresta e se entro il 2100 non agiamo, metà delle spiagge sparirà. Questo fenomeno colpisce tutto il mondo, ma tra i paesi che sarebbero maggiormente colpiti da questo, troviamo sicuramente l’Australia e moltissimi arcipelaghi. L’innalzamento dei mari, potrebbe fari dire addio a 12.000 kilometri di spiagge nel solo paese dei canguri che è circa un terzo delle coste mondiali.
Il nuovo studio
Non si tratta del solo studio in tal senso, ma questo vede coinvolti gli scienziati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che guidano il team internazionale e coordinato dal professor Michalis I. Vousdoukas. Hanno lavorato allo studio:
- Dipartimento di Scienze e ingegneria delle acque – IHE Delft Institute for Water Education in Olanda
- Università di Twente
- Università di Cadice
- Centro comune di ricerca (CCR) della Commissione Europea.
Si sono analizzate molte immagini satellitari delle coste sabbiose, scattate tra il 1984 e il 2016. Si sono visti i fortissimi cambiamenti e per prevedere cosa potrebbe accadere in futuro si sono utilizzati dei complessi modelli matematici. Nello scenario in cui non agiamo sui cambiamenti climatici, ben metà delle spiagge sparirà.
Si è valutato che negli ultimi 30 anni, si sono perse circa il 25% delle spiagge sabbiose a livello mondiale. L’erosione ha rubato circa mezzo metro di spiaggia annuo, arrivando ad un totale di perdita di ben 28.000 chilometri quadrati. Tra il 1996 e il 2016 sono spariti 10.000 chilometri quadrati di aree umide e foreste di mangrovie, habitat molto importante e nello stesso tempo delicatissimo.
Gli scienziati Simon Boxall e Abiy S. Kebede sulla rivista The Conversation hanno detto che questo processo è accelerato anche dall’abitudine di costruire in spiaggia o a ridosso di esse:
“L’accumulo di persone e cemento alla periferia delle spiagge sabbiose ha creato una solida barriera al ritiro costiero, impedendo alle spiagge di spostarsi verso l’interno a causa dell’innalzamento del livello del mare. I tratti sabbiosi della costa rischiano così di essere erosi e spazzati via del tutto.”
Se riuscissimo ad agire e a mitigare il cambiamento climatico, entro il 2100 comunque perderemo il 37% delle coste sabbiose, con conseguenze pericolosissime. A contribuire al problema sono le sempre più frequenti tempeste tropicali, uragani e tifoni, figlie del fatto che i mari sono sempre più caldi.