La Cassazione si è pronunciata sull’omicidio Vannini dichiarando come causa della morte i soccorsi ritardati. Ecco cosa è emerso.
L’omicidio del povero Marco Vannini presenta ancora molti punti oscuri. Ora la sentenza della Cassazione potrebbe ribaltare ciò che è stato deciso, ecco pubblicate le motivazioni del Tribunale.
Nuovi scenari nel processo per l’omicidio Vannini?
Da quella maledetta notte tra il 17 ed il 18 maggio 2015, la morte del ventenne Marco Vannini non ha ancora una risposta chiara.
Troppi i punti oscuri sulla sua morte. Chi ha davvero esploso il colpo di pistola che l’ha portato alla morte? Chi era davvero presente in casa della famiglia Ciontoli e perché vennero ritardati i soccorsi che avrebbero potuto salvarlo?
Le responsabilità dopo i primi due gradi di giudizio attribuite solo al capofamiglia Antonio Ciontoli con una condanna a 5 anni.
Altri particolari non sono stati però analizzati, come la denuncia a carico di Ciontoli da parte di due prostitute risalente al 2000.
La Cassazione però ha ritenuto di dover annullare la sentenza di secondo grado annunciando che necessiterà un nuovo processo.
Ora sono state pubblicate le motivazioni, vediamo quali.
Per la Cassazione è stato omicidio volontario, ecco le motivazioni
La Cassazione ha infatti chiarito che la morte del povero Marco avvenne per le lesioni in conseguenza del colpo di pistola, ma non solo.
Anche il comportamento successo allo sparo della famiglia Ciontoli fu una con causa della morte.
“mancanza di soccorsi che, certamente, se tempestivamente attivati, avrebbero scongiurato l’effetto infausto”
Inoltre i giudici della Cassazione hanno specificato che la famiglia si sarebbe resa colpevole di una:
“Condotta omissiva”
Per la famiglia di Marco la sentenza della Cassazione rappresenta una prima vittoria come ha dichiarato mamma Marina che soffre da anni per la vicenda giudiziaria oltre che per la morte del figlio.
“Ero ormai sfiduciata, e invece è arrivata questa sentenza”
Ha dichiarato come riporta fanpage aggiungendo:
“La giustizia ha capito che non si più morire a 20 anni”.