Quanti petali ha un fiore? A rivelarcelo è un recente studio, che ci spiega anche le ragioni scientifiche di questo.
Quanti petali ha un fiore? Almeno una volta nella vita ce lo siamo chiesti tutti e d ora un recente studio ha gettato una nuova luce su questo curioso interrogativo. Secondo credenze antiche, in parte confermate dalla scienza il loro numero dipende dalla successione di Fibonacci.
Ogni volta che ci chiedevamo “ma la matematica a cosa serve?” alcuni docenti ci portavano proprio l’esempio di come questa materia sia alla base dell’armonia della natura.
Petali dei fiori, quanti sono?
Come detto la serie numerica di Fibonacci regola la proporzione del numero di petali che circondano ogni singolo fiore. La maggior parte ne ha 3, come ad esempio gigli e gli iris, altre 5 come la rosa canina, aumentando via via seguendo appunto la serie numerica, che ogni numero è la somma dei due precedenti:
1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233…”
Fibonacci comprese la logica della natura e non fece altro che metterla nero su bianco e tramandarla ai posteri. A questo punto i ricercatori dell’Università Statale di Milano, l’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del CNR e il Parco tecnologico padano di Lodi, hanno deciso di approfondire questo, arrivando ad uno studio scientifico sul tema.
Ogni fiore, il numero dei suoi petali, dipende esclusivamente da mutazioni genetiche naturali molto simili tra loro. Questo è utile sia alla scienza, sia acoloro che coltivano e selezionano le varietà che saranno poi vendute. Più petali abbiamo, maggiore sarà il loro impatto visivo.
Si sono analizzati moltissimi DNA di fiori, trovando delle interessanti mutazioni. Per esempio il Garofano dovrebbe avere 5 petali, ma grazie ad una mutazione ne possiede molti di più. Questa mutazione, la ritroviamo anche in piante da frutto, come ad esempio il pesco oppure ornamentali come le Petunie, la rosa: mutazioni che probabilmente abbiamo portato con la nostra selezione.
Esiste poi una categoria particolare come i fiori doppi. Sono una particolarità della natura, si tratta di fiori che hanno un corolla con a volte, addirittura un “fiore nel fiore”. Questa caratteristica è stata studiata subito come un’anomalia ma apprezzata poiché sono molto più gradevoli alla vista. Il primo a parlare di fiori doppi è stato Teofrasto nel 286 a.C. seguito da Plinio il Vecchio nel primo secolo a.C. Spesso questi fiori sono sterili e a partire dal Rinascimento erano coltivati dagli erboristi nei loro giardini.